Raffaella ha quasi 50 anni e vive la sua vita su una sedia a rotelle in una città come Bari dove persino passeggiare in centro su una carrozzina è cosa difficile. Per quanti su queste strade non lo sapessero, per quanti anche negli uffici comunali lo ignorino, chi è su una sedia a rotelle può avere tanti interessi. Peccato che sembra difficile anche questo. Stamattina durante la nostra chiacchierata con Raffaella abbiamo provato vergogna. E capita spesso – purtroppo – quando siamo costretti a guardare in faccia una realtà dura: questa città non è a dimensione di tutti. Non lo sono le strade, non lo sono gli edifici, i teatri e i cinema, gli accessi agli uffici pubblici e alle piscine comunali. Non lo è la mente di chi occupa parcheggi riservati. Non lo è chi immagina di realizzare scivoli in realtà inaccessibili.rnrnAnche la cultura non è a dimensione di tutti. Non lo è per mille ragioni. Non lo è per una persona in carrozzina. “Il multisala Galleria non ha uno spazio riservato ai diversamente abili”, racconta Raffaella. “Oltre agli accessi esterni, solo in tre sale ci sono due posti per le carrozzine. Spesso ci posizionano negli spazi laterali, ma gli scalini sono alti e il personale ci deve aiutare”. Stessa cosa per lo Showville (Uci) dove su otto sale ci sono solo posti per tre carrozzine”. Allo Showville c’è poi un aggravante: gli “accompagnatori” vengono portati altrove. E considerando che sono spesso fidanzati o amici o coniugi, è paradossale. “Voi andreste al cinema da soli?”, chiede amareggiata Raffaella. Non è messo meglio il teatro Abeliano. “Anche qui – prosegue – ci sono accessi esterni ma non posti assegnati per noi. Ci sono andata per vedere Toni Servillo, ero praticamente sul palco. Mi sono sentita a disagio”.rnrnE poi c’è il teatro Petruzzelli. “Abbiamo a disposizione – spiega – due posti con accompagnatori sul palco laterale e due nel V ordine dove praticamente non si sente e non si vede nulla”. Eppure il progetto inizialmente prevedeva poltrone tra le prime file riservate. Poi cosa è successo? “Evidentemente – tuona Raffaella – era più conveniente venderli ai “comuni mortali”. Noi siamo stati spostati in alto dove non si vede e non si sente”. Stessa cosa se non peggio al teatro Kismet e al Team.rnrnE poi c’è “AnchecinemaRoyal che di posti per carrozzine ne ha 36 (con accompagnatori), più del dovuto (la legge prevede il 3 per cento ogni 400 posti a sedere). “Quella struttura rappresenta una evoluzione per questa città”, conferma Raffaella. Il cinema che ha riaperto a marzo scorso, realizzerà anche un accesso a norma nei camerini e sul palcoscenico per gli artisti diversamente abili. E’ stata la Commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico esercizio a chiederlo. Richiesta legittima, per carità. Sarà questo il primo passo per adeguare tutti i cinema e i teatri di Bari – privati e pubblici – alle necessità di spettatori e artisti in carrozzina? Se così fosse applausi per tutti. Noi restiamo qui a guardare.
Quando la cultura “in carrozzina” è solo per pochi
Pubblicato da: Rosanna Volpe | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:30
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