“I russi vivono la figura di San Nicola come il tramite tra la spiritualità irraggiungibile e quella del popolo”: Marco Caratozzolo, professore di Letteratura e Lingua russa all’Università di Bari descrive così la devozione dei fedeli della Terza Roma per il vescovo di Myra.
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Professor Caratozzolo, come si spiega la venerazione dei russi per San Nicola?
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rn“Il patrono di Bari è venerato da lunghissimo tempo. Le motivazioni sono legate all’essere insieme protettore dei bambini, dei mercanti, dei marinai e della donne da maritare”.
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Da qui anche la presenza iconografica? rn”San Nicola fino all’inizio del XX secolo, è stato l’icona più rappresentata, dopo la Madre di Dio, in Russia. Anche per la forza delle leggende a legate al Santo”.
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Ce n’è una in particolare?
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“Basta vedere la statua di San Nicola esposta all’ingresso della Basilica russa di Bari: raffigura la storia di San Nicola taumaturgo che intervenne dal cielo per respingere l’assalto dei tartari alla città di Možajsk nel XIV secolo”.
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Un santo guerriero?
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“I russi sono abituati ad avere tra i santi figure militari e guerresche, nella liturgia ortodosso ci sono tanti santi che sono stati ex soldati. Per questo San Nicola può essere visto come il Santo che ha liberato i russi dai popoli minacciosi. Anche per questo è il nome più comunemente attribuito a i preti”.
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San Nicola nella letteratura russa?
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“Nella letteratura religiosa è presentissimo. In quella “profana” è molto presente nella produzione dell’ottocento e del novecento. Mi riferisco a passi dei romanzi di Fedor Dostoevskij con icone di San Nicola: si ritrovano ne “I demoni” e ne “L’adolescente”. Queste raffigurazioni incarnano la purezza personificata contro la quale agiscono i demoni i malintenzionati e i peccatori. Anche lo scrittore novecentesco Aleksej Michajlovič Remizov, emigrato in occidente dopo la rivoluzione, ha scritto una storia di San Nicola”.
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Da Vladimir Putin fino ai imprenditori in vista: tutti devoti di San Nicola?
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“L’ortodossia russa non è così capricciosa nei confronti del denaro. Per i russi e per i preti non è un male ottenere soldi dai magnati russi. Molti potenti fanno donazioni alle chiese di San Nicola, come a quella di Bari: grazie a queste risorse vive e si sviluppa il culto nicolaiano anche fuori dalla Russia. E’ importante comprendere questo particolare religioso perché nella Chiesa ortodossia non c’è separazione tra spirito e materia, come nella nostra tradizione cattolica. In concreto i beni materiali possono accompagnare la fede nel modo giusto. Il miracolo dei tre sacchi di denaro alla figlia del mercante alimenta una adesione ad una visione di spiritualità popolare legata alla vita pratica”.
rnDa qui i pellegrinaggi alla Basilica dove riposano le ossa del Santo.rn
“I russi sono un popolo estremo e di credenti, nonostante il socialismo e l’ateismo di stato per lunghi anni. Non è possibile che ci sia un russo che non creda. Credono nei miracoli. Considerano San Nicola particolarmente buono e vengono a pregare e a testimoniargli la propria sofferenza affinché possa alleviarla. E’ per il popolo il sostituto di Dio”.
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Come viene festeggiato?
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“Ben tre volte all’anno: il 6 dicembre, il 7-8-9 maggio e a fine luglio, in concomitanza con la nascita del vescovo proveniente dalla Antiochia”.
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E’ mai rimasto colpito dalla devozione dei russi praticata a Bari?rn”Ho ospitato un professore allievo di Iotman, Aleksandr Danilevskij, insegna letteratura russa a Tallin. E’ cresciuto a Pietroburgo, da sempre ateo. L’ho invitato a Bari due volte. L’ultimo giorno che stette qui volle vedere la basilica. Nella cripta si è inginocchiato ed è stato mezz’ora con la mano che toccava il pavimento, oltre l’inferiate, dove ci sono le ossa del Santo. Mi disse: ‘So solo che qui qualcosa c’è”. Non era teatrale. L’anno dopo andava ogni giorno da San Nicola. È lui non sa cosa sia dio…”.
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@waldganger2000