Un commento di Pierfelice Rosato, professore di Economia e gestione delle imprese turistiche – Università del Salento
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L’avvio dei festeggiamenti di San Nicola rappresenta un’importante occasione per interrogarci sul ruolo che la Festa riveste per lo sviluppo turistico della città. A seconda dalla provenienza della persona a cui lo si chiede, infatti, sembra di trovarsi di fronte a una straordinaria celebrazione, in grado di catalizzare l’interesse di una moltitudine di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, oppure di fronte a nient’altro che un evento importante solo per i baresi. Un apparente paradosso alimentato anche dalle prime incerte stime sulle prenotazioni alberghiere apparse ieri sulla stampa locale: poche presenze aggiuntive negli alberghi del centro, praticamente nulla negli alberghi in periferia.
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Ecco perché appare prioritario procedere lungo due linee parallele di intervento: da un lato, allestire un Osservatorio sul Turismo che, raccogliendo con sistematicità dei dati oggettivi, permetta a Istituzioni e operatori di comprendere analiticamente il fenomeno “San Nicola”, stimando ex ante e valutando ex post l’impatto economico – sociale che l’evento è in grado di generare. Dall’altro, è indispensabile aprire una profonda ed organica riflessione sul ruolo che le celebrazioni in onore del Santo possono svolgere in ambito turistico. Si tratterebbe, in questo caso, di avviare un confronto specifico con i diversi stakeholders locali, per costruire un sistema strutturato di promozione e di offerta in grado di valorizzare appieno l’enorme potenziale che il turismo legato al culto di San Nicola rappresenta per la città, non solo durante i tre giorni della festa ma su un arco temporale più ampio. Solo in questa prospettiva ha senso interrogarsi su un evento come quello che ci accingiamo a celebrare; il rischio è, altrimenti, di soffermarci ogni anno sull’ennesima occasione persa.
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