Cisky, un talento pugliese e il suo controverso vento Pop

Ho conosciuto Cisky lo scorso anno e l’impressione che ho percepito di lui è stata quella di cittadino del mondo come se avesse accolto culture diverse e le avesse fatte proprie.rnrnRicordo la t-shirt che indossava, colorata dei suoi colori, sporca di meraviglia, e il suo fare e parlare calmo e sereno che mi ha suscitato contentezza.rnrnCome hai cominciato? Che spinte hai avuto, c’è stato un evento particolare che ti ha fatto pensare di voler continuare su questa strada?rnrnHo cominciato riproducendo personaggi disneyani sui cartoncini che si trovano all’interno delle confezioni dei collant, avrò avuto cinque anni ed evidentemente già soffiava su di me il controverso vento Pop.rnrnL’evento che mi ha fatto pensare di voler continuare su questa strada? La strada. Via Sparano per l’esattezza.rnrnDove hai esposto e dove vorresti esporre? Qual è stata la migliore esperienza a riguardo?rnrnPer strada appunto, ma anche foyer di teatri, Università, locali notturni…rnrnNon credo esista un’esperienza migliore di un’altra, ognuna lascia il segno a seconda di piccoli e preziosi elementi sempre diversi. A pensarci bene però, ce ne sono alcune che considero davvero indelebili, una su tutte? L’inaugurazione della mia personale all’ex Palazzo delle Poste: conferenza stampa e lingua attorcigliata dall’emozione di fronte a tanta gente, tv locali e parenti tra cui spiccava l’argentea chioma di mia nonna, novantacinquenne che fu moglie di Francesco Gabriele, pittore autodidatta dal quale ho ereditato il DNA artistico. Dove mi piacerebbe esporre? Ci sto lavorando e proprio per questo preferisco covare la notizia nel posto più caldo che conosco, alla sinistra del mio petto.rnrnLe collaborazioni più divertenti? Quelle più strane o a cui non avresti minimamente pensato?rnrnSicuramente quella concretizzatasi tra agosto a dicembre scorso in Sri Lanka. Dando il mio apporto nella decorazione di un luxury hotel sull’oceano (otphotel.com), ho potuto immergermi in un melting pot di stili, lingue, colori e materiali, un’esperienza faticosa ma altrettanto stimolante e spesso divertente, in una parola: indimenticabile.rnrnCome percepisci la tua arte in relazione a ciò che hai intorno? Per te l’arte deve essere un sentimento di quello che si vede esternamente o di quello che si prova interiormente? Esempi di entrambi ai quali sei legato?rnrnLa mia arte prova, con umiltà, a raffigurare l’intersecato rapporto che vivo quotidianamente tra “interno e intorno”, un perpetuo sentimento alimentato da viaggi, esperienze, straordinarie gioie e inevitabili delusioni, quella cosa che potremmo definire in una parola Umanità. La mia, la tua, la nostra.rnrnCome vivi la tua territorialità, il tuo essere italiano?rnrnNon mi ritengo un animale troppo territoriale, la mia indole curiosa ha fatto sì che viaggiassi molto e che facessi mia ogni singola sfumatura che questo caleidoscopico Mondo ci offre. Tuttavia con una luce speciale negli occhi mi capita spesso di tormentare il malcapitato di turno conosciuto chissà dove, parlando della mia terra, dei suoi colori e dei suoi sapori, dai quali prima o poi ritorno sempre.rnrnTraguardi che hai raggiunto e che vorresti raggiungere? Ma soprattutti, fallimenti fortunati?rnrnQuello che ritengo il mio traguardo più prezioso è la gestione piuttosto libera che ho del tempo a disposizione.rnrnVivere nei colori, per i colori e grazie ai colori è cosa privilegiata e rara; farlo gestendo liberamente i tempi della mia unica vita a disposizione è la ciliegina più dolce che potesse capitarmi su questa torta deliziosa.rnrnConsidero invece fallimenti fortunati tutte quelle scoperte pittoriche nate da alcuni errori tecnici che d’improvviso ti aprono finestre inaspettate, guidandone la mano verso una direzione piuttosto che un’altra.rnrnUna scena che vivi spesso, ma ti emoziona come se fosse la prima volta?rnrnLa sigaretta “divorata” davanti alla tela bianca, pochi minuti prima d’iniziare quella che considero una nuova storia d’amore.rnrnQuanta intimità c’è tra te e lo strumento che usi e al quale sei più legato?rnrnDipingo sul cavalletto che fu di mio nonno, credo non serva aggiungere troppe parole altrimenti l’intimità di cui parli svanirebbe.rnrnDevi rimanere isolato in una stanza completamente bianca, puoi portarti tre oggetti per personalizzare la stanza, cosa ti porti e cosa faresti?rnrnPennelli, colori, radio e tabacco. Cosa farei? Dipingerei ascoltando musica e fumando. Cosa? Dipende dagli odori di quella stanza, dalla sua storia e dal punto in cui si trova la mia.rnrn rnrnRingrazio ancora Cisky e vi invito a dare uno sguardo alla sua pagina:rnrnhttps://www.facebook.com/ciskypop/