BARI – Assemblea infuocata questa mattina in Ateneo: i dipendenti hanno dichiarato lo stato di agitazione e hanno occupato prima il cortile e poi la sala del consiglio di amministrazione dell’Università degli studi di Bari. All’origine del contendere la querelle tra Ateneo, Ministero e sindacati in merito al salario accessorio.
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L’anno scorso il ministero delle Finanze aveva inviato una nota accusando l’Ateneo di aver elargito indennità o progressioni in eccesso ai dipendenti, dal 2004 al 2013, per circa 35 milioni di euro. L’Università sospese quindi tutte le indennità, in attesa di trovare un accordo con il Ministero. Quest’ultimo ha suggerito una cifra per il trattamento accessorio di 300mila euro, mentre per il contratto nazionale in realtà si dovrebbe raggiungere il milione di euro. L’Università inoltre deve provvedere alla distribuzione delle risorse disponibili per l’anno 2015 e da qui è nato lo scontro con i sindacati che chiedono il ripristino della vecchia indennità. “Siamo stanchi – spiega Giuseppe Murè, rappresentante della Cgil – i dipendenti da settembre del 2014 si sono visti tagliare ogni mese da un minimo di 50 euro ad un massimo di 250 euro. L’Università è sotto continua ispezione del Mef e non sappiamo ancora cosa accadrà. Il personale è davvero stanco”.
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In serata è stato sottoscritto un accordo con l’Università, con il quale l’Ateneo si impegna a risolvere la questione, appena terminata l’ispezione del Ministero, la cui conclusione è prevista per maggio. “Abbiamo firmato – conclude Murè – una tregua. Aspettiamo vigilando”.