Un intervento del senatore di Cor Luigi D’ambrosio Lettieri sul tema dell’autismo
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“Perché la Giornata nazionale di consapevolezza dell’Autismo non si trasformi nella pura e semplice autocelebrazione delle cose fatte, occorre che tutti i livelli decisionali, dal Governo al Parlamento alle Regioni, lavorino ad un piano operativo che renda possibile l’attuazione concreta del piano nazionale approvato lo scorso anno, che era solo un punto di partenza. Come ci dimostrano i dati che abbiamo rilevato anche grazie all’indagine conoscitiva sul sistema sanitario nazionale realizzata in Commissione Sanità del Senato, non basta che una patologia sia inserita nei Lea perché le prestazioni sanitarie siano effettivamente garantite.
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Su questo fronte è certamente una buona notizia l’ipotesi che arriva dal Ministero della Salute di aumentare il Fondo nazionale di 50 milioni per coprire i Livelli essenziali di assistenza-Lea relativi all’autismo, ma occorre capire come saranno distribuiti, a cosa saranno destinati e quali sono i meccanismi che saranno messi in campo per evitare che una legge doverosa per le 500mila famiglie alle prese con una patologia difficile come l’autismo, resti quella delle buone intenzioni considerato che i fatti si fanno con le risorse professionali adeguate che assistano le famiglie coinvolte – e dunque sarebbe utile confrontarsi sullo sblocco dei vincoli al contenimento della spesa sul personale – e con fondi ad hoc per la ricerca.
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Diagnosi precoce, formazione, abilitazione-riabilitazione, informazione per promuovere buone prassi in famiglia, nei vari contesti sociali e l’inclusione nel mondo del lavoro, supporto alla ricerca, personale specializzato: questi sono i punti su cui mi sento di investire anche il governo regionale pugliese che qualche giorno fa ha approvato il regolamento che sovrintende alla predisposizione della rete multidisciplinare di assistenza per le persone autistiche che, lo ricordo, sono soprattutto bambini (in Puglia 2431, circa 100mila in Italia).
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La crisi economica e le restrizioni alla sanità pubblica stanno pregiudicando le condizioni di accesso ai servizi sanitari, soprattutto fra le categorie più deboli e nelle regioni più in difficoltà, aggravando le già importanti diseguaglianze sociali e territoriali esistenti nel Paese.
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Allora, perché non si riveli uno scatolone vuoto, questa legge deve contribuire davvero a migliorare la prevenzione, la diagnosi, l’assistenza e la qualità della vita dei pazienti affetti dai disturbi dello spettro autistico, a riconoscerne esplicitamente gli effetti invalidanti e a incentivare la ricerca, promuovendo anche la conoscenza di una malattia attorno alla quale girano ancora molti pregiudizi. Dunque, l’impegno comune prosegua in questa direzione.