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Ezio D’onghia e sono un fotografo

Pubblicato da: Gigi Rana | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:06

Presentati a noi e ai nostri lettori in poche parole, in pochi caratteri direbbe Twitter, usa insomma le prime che ti vengono in mente per definirti.

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Buongiorno, mi chiamo Ezio D’onghia e sono un fotografo specializzato in food e fotografia di prodotto. Sono solare, positivo e molto (mi dicono troppo) preciso.

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Ti senti un predestinato o quello che adesso stai facendo è frutto essenzialmente del caso?

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Penso che il caso c’entri poco. Sono state le scelte e le azioni che ho fatto ad avermi portato fin qui. Cito Appio Claudio Cieco dicendo che “L’uomo è artefice del proprio destino”. Non è stato (e non lo è tutt’ora) semplice, ma non mi fermo e continuo sulla strada che sto costruendo giorno dopo giorno.

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Dove e quando è cominciata la tua avventura?

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La mia avventura comincia quando ho compiuto 18 anni. Alcuni amici mi hanno regalato una fotocamera digitale che conservo ancora oggi. Dopo la scuola superiore dovevo scegliere cosa fare e mi sono iscritto al corso di laurea in Industrial Design a San Marino. Mi sono ritrovato in un “mondo” in cui tutti alimentavamo le speranze e i sogni altrui. Questo mi ha dato grande forza.

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Finiti gli studi sono ritornato in Puglia. Volevo imparare il mestiere iniziando a fare l’aiutante fotografo ma non mi è stato concesso, quindi ho iniziato a lavorare da libero professionista mentre studiavo i diversi settori del mondo della fotografia e mi sono innamorato del food photography.

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Raccontaci la tua missione, il tuo obiettivo finale, lo scopo che ti spinge a svegliarti e a fare quello che fai.

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Nei miei scatti c’è la mia vita, i luoghi che ho visitato, le persone che ho conosciuto e le cose che ho visto. Condividerle con quanta più gente possibile mi rende felice. La fotografia (quella sincera) è informazione dettagliata che arriva immediatamente a chi la guarda. Il mio obiettivo è quello di informare. Non sono un giornalista ma scrivo con la luce.

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Assegnando delle percentuali, secondo te, per riuscire nella vita, quanto conta la fortuna, quanto la bravura e quanto la caparbietà?

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Di caparbietà ce ne vuole molta, diciamo il 50%. La bravura si acquisisce nel tempo ma è comunque un fattore importante, quindi direi il 40%. Un pizzico di fortuna non fa mai male ma non basta quindi per me conta poco, 10%.

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Il tuo legame con la tua terra d’origine. Quanto c’è di lei nelle creazioni alle quali dai vita, e soprattutto quanto c’è di lei in te?

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Sono molto legato alla mia terra per questo ho deciso di restare in Puglia. Nelle mie creazioni c’è quasi sempre la Puglia in quanto ho un legame molto forte con la mia terra di origine.

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Sei un fanatico del ”fast” o il tuo stile è più orientato verso lo ”slow”?

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Preferisci una cosa fatta in fretta o fatta bene? Io preferisco decisamente la cosa fatta bene. Il tempo si trova.

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Chiudi gli occhi e visualizza un’istantanea in particolare, un momento, un attimo, una situazione nella quale hai pensato ”c*** ce la posso fare sul serio”.

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Mi ripeto “Ce la posso fare!” ogni volta che qualcuno si emoziona guardando una mia fotografia.

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Come tutti, presumo, avrai affrontato anche tu nel tuo ambito lavorativo momenti di scoramento, che ne so, con qualche collega, con un socio, o con l’opprimente e macchinoso titano della burocrazia. Come ne sei venuto fuori?

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Nei momenti in cui si cade bisogna rialzarsi più forti di prima. Io ci riesco grazie al sostegno della mia famiglia e di tutte le persone che mi conoscono e mi sostengono.

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Woody Allen diceva che l’arte del cinema si ispira indubbiamente alla vita. La tua arte, invece, a cosa si ispira?

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Arte fotografica e arte cinematografica hanno sempre viaggiato di pari passo. Nei miei scatti c’è sempre un pezzo della mia vita, del mio essere.

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