Ciao Maurizio, siamo felicissimi di ospitarti qui sulle colonne di Borderline24, adesso presentati ai nostri lettori:
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Ciao a tutti i lettori di Borderline24; sono molto contento di aver ricevuto il vostro invito. Ho 35 anni, vivo a Bisceglie, tra le pietre e il sale. Il mio mondo non potrebbe fare a meno di queste due cose: dei miei affetti più cari e del mare.
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Il tuo percorso artistico. Cosa ti ”spinse” ad afferrare la penna, la tua spada, e scendere sul bianco campo di battaglia circoscritto dai confini di un foglio
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Collaboro con il gruppo La Vallisa di Bari dal 2009 e grazie al prof. Daniele Giancane, che considero mio mentore e maestro, ho pubblicato l’anno successivo la mia prima silloge dal titolo “Suonatore di corno”. Da quell’anno è iniziato tutto: i reading nei locali, le collaborazioni poetiche, la “Notte di poesia al dolmen”, le prime traduzioni all’estero. Considero la poesia come qualcosa imprescindibile da me. Anche quando non scrivo non è mai del tutto assente dalla mai vita. Semplicemente è vita. Non è una spada, non è uno strumento per combattere o per difendermi, piuttosto è come una mano, un braccio, un piede: è me. Con la poesia e attraverso la poesia cerco la comunicazione, un dialogo, con me stesso, sicuramente, ma anche con l’altro, il mio potenziale lettore.
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Premi e riconoscimenti vinti? Che rapporto hai con il pubblico?
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Nel 2014 ho ricevuto in Serbia il premio “Venac vrdnicke vile” (La corona della fata di Vrdnik) per il libro Izmišljeni grad (La città inventata) tradotto in serbo croato da Dragan Mraovic. Più che un premio (non amo molto i premi vi sono sincero) preferisco pensarlo ad un incoraggiamento e ad un riconoscimento di amicizia e stima. Il rapporto con i lettori è sempre la cosa più gratificante; chi ti segue si avvicina al tuo mondo proponendoti il suo ed è così che si creano legami nuovi su una base di sincerità.
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Quali sono le caratteristiche del Maurizio “agens” e quali quelle del Maurizio “auctor”? Nella vita quotidiana e nelle pagine di un tuo libro resti sempre lo stesso?
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Nella quotidianità cerco di nascondere i miei super poteri. Scherzo naturalmente. Sono un poeta da solo quanto lo sono nella vita sociale. Cambia il lessico e il linguaggio, ma l’anima resta la stessa. Nessuna differenza.
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Ora una domanda da un milione di dollari: chi o cosa è il “poeta”? Qual è – sempre ammesso che ci sia – il compito della poesia?
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Il poeta è un visionario, ha un suo modo di vedere le cose. In una società moderna che Bauman definisce “liquida” la poesia può riallacciare quei legami che tendono a dissolversi e a diventare sempre più effimeri. Laddove c’è un individuo afflitto dalla solitudine e dall’egoismo, la poesia può diventare il punto stabile attorno a cui cambiare le cose.
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Maria Grazia Deledda dice: “Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri.” Adesso, dove vai a pescare la tua ispirazione prima di metterti a produrre?
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Alla vita vera, sempre e comunque, anche quando subisce l’invasione della tv… L’arte che preferisco è quella contemporanea, calda, su cui si possa aprire un dialogo e una critica.
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Che ne pensi del ruolo della tv e dei social nella vita di tutti i giorni?
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Io non guardo molta tv, ma passo tanto tempo a seguire le serie televisive americane al pc. Non mi sento diverso da chi guarda la tv insomma, non ho nessuna attenuante, ma cerco di farlo con parsimonia. Leggo ad esempio molti libri e questo mi allontana dal pc per molte ore. Se si ha diversi interessi non si rischia di sprecare il proprio tempo sui social network. Ecco credo che il problema sia proprio questo: la gente oggi ha pochi interessi diversi dall’informatica e dalla televisione.
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Che rapporto hai con il tuo territorio? Bari e la Puglia: avverti segni di risveglio ed interesse culturale diffuso oppure, per il nostro futuro prossimo ”la vedi nera”?
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La Puglia è molto attiva culturalmente, ma riesce poco a catalizzare l’attenzione su di sé. Io organizzo, dal 2010, con Teodora Mastrototaro e la Pro Loco di Bisceglie, un evento nella mia città che ci chiama “Notte di poesia al dolmen” con cui cerchiamo di trasmettere un messaggio importante: attraverso il territorio (il dolmen “la Chianca” è un monumento preistorico simbolo della mia città) e per mezzo della cultura possiamo realizzare eventi che orientino il turismo anche in questa direzione. La Puglia è una regione che può offrire 2 cose importanti secondo me: la cultura e il turismo. Il turismo culturale dovrebbe essere la nostra massima aspirazione.
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Un libro che rileggeresti altre 1000 volte, e un autore che ammiri profondamente?
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Resterò per sempre legato a un libro della mia infanzia: Il fantasma di Canterville di O. Wilde; come autore nella poesia ho scoperto recentemente Nick Flynn, la sua “la città si svuota” tradotta da Marco Simonelli è davvero straordinaria.
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Parlaci del tuo ultimo lavoro, dove possiamo trovarlo?
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La casa editrice Secop ha pubblicato da pochi mesi la versione bilingue del mio libro “La città inventata” uscito in Serbia qualche anno fa. E’ possibile acquistarlo sul sito della casa editrice.
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Grazie mille Maurizio, parlare con te è stato piacevolissimo, le tue parole lasciano addosso una sensazione stupenda ma allo stesso tempo semplice, un po’ come il tuo mare, o i tuoi affetti più cari. Se ci fossero più poeti in giro il mondo sarebbe un posto migliore, questo me lo concederai, sono pertanto orgoglioso di aver visitato un pezzettino del tuo. Alla prossima.