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Sul palco con Stefano Muroni

Pubblicato da: Luca Desiderato | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:01
Stefano Muroni - Attore

Quando è stato il momento in cui ti sei detto “questo è il lavoro, la passione che voglio portare avanti”?rnAvevo cinque anni. Ogni notte, prima di dormire, chiamavo mia madre e col magone in gola le confessavo che sarei voluto andare a Roma per fare l’attore. E’ stato qualcosa di innato, che già sentivo dentro, senza apparente motivo. Poi, certo, con le prime esperienze sul palco e al cinema, ho capito che è meraviglioso poter raccontare delle storie e creare dei personaggi, grazie ai quali il pubblico si commuove, riflette, si pone domande. La riflessione sociale che può scatenare un film o uno spettacolo teatrale mi ha portato a dire: “Questa è la passione che devo portare avanti”.

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rnQual è il tuo rapporto con i tuoi strumenti?rnEsiste un feeling particolare?rnL’attore lavora con un numero elevatissimo di strumenti, a partire da se stesso. La voce, gli occhi, il movimento della mascella, il taglio dei capelli, la risposta che ha il volto in camera e come questo “reagisce” se è tagliato da una luce o da un’altra. E poi il corpo, il suo movimento nello spazio, e poi ancora come ti percepisce l’altro e come ti percepiscono un insieme di persone. Senza contare che ogni giorno che passa noi cambiamo, non siamo quelli del giorno prima, una minuscola parte di noi muore e una minuscola parte rinasce, è nuova. Ora non vorrei fare l’intellettuale e citare “Uno nessuno centomila” di Pirandello, ma veramente noi siamo tante persone. Quindi, il mio rapporto con i miei personalissimi strumenti, è di studio e analisi continuo, consapevole che si è in perenne mutamento.rn

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rnQual è la tua filosofia, il tuo personale modo di vedere il mondo che quotidianamente riporti nel tuo lavoro?rnHo sempre creduto che il mestiere dell’attore sia prima di tutto una scelta che si pone a livello esistenziale. Sono un attore non perché amo imparare a memoria delle battute e poi ripeterle, magari sospirandole. Credo che buona parte della cultura italiana presente e futura dipenda da noi umili attori. Fare memoria, ricordare importanti vicende del passato pressoché dimenticate, riabilitare figure importanti della storia cadute nell’oblio senza fare ideologia, cercare di analizzare i temi importanti del presente e reinterpretarli cinematograficamente: questa è la mia personale filosofia del mestiere dell’attore.

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rnC’è stato un momento nella tua storia personale, in cui hai dovuto rimetterti in gioco completamente, ricominciare e rivoluzionare il modo di vedere la tua passione?rnFortunatamente no. Eh sì che ho scelto, come attore, la strada forse più difficile, credo. E questo non per presunzione, ma semplicemente perché questo è, per me, l’unico modo possibile di svolgere il mio lavoro. Non saprei farlo diversamente. Alcuni hanno tentato di cambiarmi, consigliandomi di fare qualsiasi cosa, accettare tutto, dire sempre sì, di qualsiasi progetto si trattasse. Io credo invece che, la carriera di un buon attore, si basi più sui no che si ha il coraggio di dire, che sugli scontati sì.

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rnQuando è stato il momento, quel singolo istante in cui ti sei detto per la prima volta “Forse ce la sto facendo davvero”?rnTante volte me lo sono detto. Mi piace illudermi, a volte. L’ho pensato quando sono stato ammesso a 19 anni al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma (dove su 1200, selezionavano 8 maschi), me lo sono detto quando mi hanno chiamato a 22 anni a condurre il Giffoni Film Festival, quando c’è stata l’anteprima del film “La notte non fa più paura”, il film sul terremoto dell’Emilia che mi vede protagonista, all’Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles; l’ho pensato quando ho presentato alla Treccani il progetto “Voci di Resistenza”, la prima web serie storica, dove sono tra i protagonisti, prodotta dalla stessa Treccani, e l’ho pensato quando sono stato premiato col Telesio d’Argento come Talento Rivelazione Cinematografico 2015 alla Primavera del Cinema Italiano di Cosenza nel 2015. Tante volte me lo sono detto. Ma so che sono solo al’inizio. Sono appena alle porte del paradiso.

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rnQual è il tuo personale obiettivo da raggiungere entro un anno da oggi?rn… e qual è il tuo obiettivo fisso, quello che ogni volta ricordi a te stesso?

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L’obiettivo dell’anno è portare a termine tutti i progetti che ho in testa: altri due progetti web per la Treccani, alcuni progetti per emittenti nazionali, audiolibri, la stesura del mio prossimo film.

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Il mio obbiettivo fisso è molto semplice: rimanere quel ragazzo di 19 anni che, da Tresigallo, è andato a Roma col sogno di fare l’attore. Mantenere lo stesso entusiasmo, la stessa energia.

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Tante persone, nel corso degli anni, hanno fatto di tutto pur di riportarmi nella realtà. Volevano convincermi che tutto è impossibile, difficile, inarrivabile. Io, fortunatamente, fin da quando sono piccolo, vivo su un altro pianeta, in un mondo parallelo, tipo un alieno. E’ grazie a questa privilegiata condizione, che mi sono ritrovato nel DNA, che riesco a fare tutto quello che faccio.

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Se avessi scelto di vivere nella realtà sarei morto già da un bel pezzo.

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rnVivi un rapporto particolare con i luoghi in cui hai lavorato? Esistono luoghi dove sei riuscito a sviluppare al meglio la tua passione?rnBeh, se penso ad un luogo dove sono riuscito a sviluppare al meglio la mia passione penso immediatamente al Centro Sperimentale. E’ quella scuola che mi ha trasformato in un attore professionista, e le devo molto. Anche se porto nel cuore il mio primo corso di teatro, fatto durante gli anni del liceo a Ferrara, col mio primo maestro di teatro, Massimo Malucelli.

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A volte si creano dei rapporti così intensi coi luoghi dove hai lavorato che si ha persino paura di ritornarci. Penso a Mirabello, comune terremotato dell’alto ferrarese. Lì abbiamo girato il film “La notte non fa più paura”. Porto un bellissimo ricordo del set, ma sento anche che quelli sono i luoghi del sisma in cui la terra, la mia Emilia, ha tremato violentemente. Non so, è difficile da spiegare a parole, ma da quando abbiamo smontato il set, non sono più tornato a Mirabello. Troppa felicità, troppo dolore.

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rnCome vivi il tuo rapporto con i social? Li sopporti o diventano stimolo?rnSto iniziando a credere che i social siano una meravigliosa opportunità, se usati bene e con intelligenza. Facebook, ad esempio, attraverso la mia pagina, lo utilizzo per far conoscere ancora di più i miei lavori alle persone, al pubblico che mi segue e a quello nuovo che inizia a scoprirmi.

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Se usati così, credo possano diventare uno stimolo e un modo intelligente e avvincente anche per farsi conoscere e condividere con più persone il proprio lavoro, quindi le interviste, i trailer, le anteprime ecc.

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rnCredi che ad oggi ci siano luoghi ed eventi di confronto per il tuo lavoro?rnAssolutamente sì. Penso già a questa intervista, quindi a tutte le riviste e giornali cartacei e online. Penso anche ai festival, alle rassegne, alle anteprime. I luoghi sono molteplici. Certo, forse alcuni sono un po’ trash, o legati troppo al gossip o ad un mondo dello spettacolo volontariamente mediocre.

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Ma se qualcuno ha qualcosa da dire, viene fuori con merito. I luoghi e gli eventi di qualità ci sono. Quindi non ci sono scuse. Le scuse mi hanno annoiato.

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rnLa passione che sviluppi ha un suo proprio linguaggio specifico? Nel tempo son stati creati siti internet dove potremmo curiosare e provare ad entrare nel tuo mondo?rnIl lavoro dell’attore è legato fortemente all’immagine, quindi alla comunicazione e al marketing che l’attore fa di se stesso. Non è che io goda di uno staff numeroso, ma è giusto così, visto che sono all’inizio. Ho una pagina Facebook che conta circa 2200 mi piace ed è seguita ogni giorno in media da circa cinquemila persone, ho un sito internet ben fatto dove si trovano le interviste più interessanti, la biografia, la filmografia, i premi, le news, le interviste nelle varie TV italiane, video, trailer, teaser ecc.

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Insomma, se volete entrare nel mio mondo, ho creato una struttura virtuale sufficiente per poterlo fare. Vi aspetto, sia chiaro!

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rnSe un ragazzo di oggi decidesse di intraprendere la tua strada, cosa consiglieresti? Accetteresti apprendisti?

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Se un adolescente di Ferrara, Mantova o Viterbo mi dicesse che vuole fare l‘attore da grande, gli consiglierei di provare le audizioni al Centro Preformazione Attoriale, la prima scuola di recitazione per adolescenti ideata e diretta dal sottoscritto, patrocinata dal Giffoni Film Festival e riconosciuta culturalmente dalla Scuola Nazionale di Cinema di Roma, con gemellaggi con scuole francesi, inglesi e spagnole. In questo modo, un aspirante attore può preformarsi per le audizioni alle scuole nazionali.

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Ma se non si vive in queste città, il mio coniglio è sempre uno: studiare!

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Guardate tanto cinema (magari anche italiano), leggete libri, andate alle mostre, passeggiate, parlate con gli sconosciuti, appassionatevi di pittura, scultura, architettura, musica, viaggiate, osservate le stelle e i tramonti, ascoltate il rumore del vento tra le foglie degli alberi, dialogate con voi stessi, abbiate il coraggio di rimanere anche soli, imparate a bastarvi. Sì, sembrano i comportamenti di un pazzo, me ne rendo conto. Ma dovete sperimentarvi, conoscervi, perché per interpretare al meglio un personaggio dovrete metterci tutto voi stessi.

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BIOGRAFIA

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Stefano Muroni è nato a Ferrara il 15 luglio 1989.

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Si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, diretto da Giancarlo Giannini, nel 2011.

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Nel 2013 è protagonista del cortometraggio “Tommaso”, assieme a Monica Guerritore e Giulio Brogi. Candidato come “miglior interprete maschile” al Roma Corto Festival dall’Associazione Nazionale Critici Cinematografici, vince il premio Miglior Attore al Napoli Cultural Classic.

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Nel 2014 è protagonista nella produzione italiana – americana “Amore tra le Rovine – Love Among the Ruins”, di Massimo Alì Mohammad. Il film è rientrato nel programma nazionale per le commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, riscuotendo grande successo in numerosi festival mondiali.

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Nel 2015 è protagonista della pellicola “La notte non fa più paura”, opera prima di Marco Cassini. Il film viene presentato all’Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles nell’aprile 2015 e uscirà nelle sale nel 2016.

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Nel novembre 2015 è protagonista della prima web serie storica prodotta dalla Treccani: “Voci di R-esistenza”.

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Nello stesso anno, Stefano viene premiato col Telesio d’Argento come Talento Rivelazione Cinematografico 2015 e col Premio Cornucopia come “attore giovane” alla Primavera del Cinema Italiano di Cosenza.

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