BARI – Un milione e 900mila litri di acqua distribuiti, di cui 914mila gratuiti (acqua naturale) e 780mila a pagamento (5 centesimi a litro per acqua gassata). È il bilancio della prima casa dell’acqua, inaugurata nell’ottobre del 2014 in via Aquilino a Japigia. Un vero e proprio successo che ha spinto il Comune ad avviare le pratiche per aprirne altre tre, al San Paolo nella sede del municipio, in via Tresca Vecchia a Bari Vecchia e in via Martiri d’Otranto nel rione Libertà all’interno di locali accessibili dalla strada e che saranno messi a disposizione dai Salesiani.rnLa giunta ha quindi approvato, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso, un nuovo schema di convenzione con l’Acquedotto pugliese: l’amministrazione mette a disposizione gli spazi per l’installazione delle Case dell’Acqua, comprensivi degli allacci alla rete idrico-fognaria ed elettrica. L’Aqp, invece, si impegna a dar corso a una procedura di gara ad evidenza pubblica per l’individuazione di un operatore economico al quale saranno affidate, in regime di concessione, l’installazione, la gestione e la manutenzione delle Case dell’Acqua. Il soggetto individuato dovrà occuparsene per un periodo massimo di 3 anni a partire dalla sottoscrizione del contratto, e comunque non oltre il 31 dicembre 2018.
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“Come promesso dal sindaco in campagna elettorale – commenta Galasso – stiamo procedendo con gli atti propedeutici all’installazione delle altre Case dell’Acqua, una sorta di nuova generazione delle fontane pubbliche, che rappresentano un’occasione di risparmio per tante famiglie e un’ottima alternativa all’uso delle minerali in bottiglia”.
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“Con la sperimentazione di Japigia – dichiara l’assessore all’Ambiente Pietro Petruzzelli – abbiamo ottenuto dei buoni risultati per quanto riguarda la riduzione dei consumi di anidride carbonica, perché si ricorre meno all’uso del petrolio, dell’energia e dell’acqua per la produzione delle bottiglie di plastica e dei vari imballaggi utilizzati. Inoltre si consegue un altro importante obiettivo attraverso la diminuzione della quantità di rifiuti da recuperare o da smaltire”.