Lavoro nero e gravi carenze in materia di sicurezza: è questo il bilancio emerso dai controlli effettuati nei giorni scorsi dagli ispettori dell’Ispettorato del Lavoro (IAM) di Bari-BAT in tre laboratori artigianali operanti nel settore manifatturiero, tutti situati nel territorio di Barletta. Durante l’operazione ispettiva, coordinata a seguito di un’attività di intelligence, sono state identificate 22 lavoratrici attivamente impiegate nei tre stabilimenti. Di queste, ben 17 risultavano lavorare in nero, senza contratto, senza tutele e senza le necessarie comunicazioni obbligatorie di assunzione.
Il primo laboratorio, dedito alla produzione di confezioni di abbigliamento, impiegava cinque lavoratrici, tutte irregolari. A rendere ancora più grave la situazione, la scoperta che anche il titolare operava “in nero”: l’uomo era stato cancellato dal Registro delle Imprese e risultava sprovvisto della documentazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel secondo laboratorio, specializzato nella produzione di calzature, le cinque lavoratrici presenti erano anch’esse prive di un regolare contratto. Inoltre, mancava del tutto la valutazione dei rischi, obbligatoria per legge.
Il terzo laboratorio, attivo nella confezione di pantaloni e maglieria, impiegava dodici lavoratrici: sette di loro risultavano irregolari. In tutti e tre i casi, gli ispettori hanno disposto l’immediata sospensione delle attività imprenditoriali, avendo rilevato una percentuale di lavoro nero superiore al 10%, soglia prevista dalla normativa per far scattare il provvedimento. Contestate anche numerose violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, tra cui l’assenza di sorveglianza sanitaria, la mancata formazione e informazione dei lavoratori sui rischi e sulle misure di prevenzione.
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