La brutta sconfitta rimediata dal Bari contro la Carrarese ha lasciato inevitabilmente il segno nell’ambiente biancorosso. Per provare a riscattarsi, la squadra di Longo dovrà far bene nel prossimo impegno esterno contro il Catanzaro dell’ex ds Polito. Per trattare i vari temi di questa gara, abbiamo intervistato un doppio ex di Bari e Catanzaro, Alessandro Del Grosso, che si è concesso a un’intervista esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Di cosa si occupa attualmente? È ancora nel mondo del calcio in qualche ruolo?
“Ho fondato un’agenzia di calcio insieme a Sandro Tovalieri, Gianluca Curci e Davide Belardi. Si chiama B.I.T. Agency Consulenze Sportive e ci occupiamo di giovani promesse a 360°. Sto anche allenando una formazione di Prima Categoria, il Torvaianica”.
Tra i tanti allenatori che ha avuto in carriera, a chi si ispira di più? C’è qualcuno che ha influenzato il suo modo di vedere il calcio?
“Faccio due nomi su tutti: Fascetti e Zeman. Due tecnici agli antipodi, ma ho appreso tanto da loro, mantenendo una mia linea personale. Ma non dimentico i vari Graziani, Varrella o Toshack”.
Ha avuto anche un’esperienza nel beach soccer: come è nata l’avventura in questa disciplina? Che differenze ha riscontrato rispetto al calcio tradizionale?
“È tutto diverso: molta tecnica e forza fisica in poco spazio. Mi contattò Maurizio Iorio per una gara che si tenne a Pescara. Avventura durata un anno, ma mi sono divertito tanto. Bellissima esperienza soprattutto fuori dal campo”.
È nato come attaccante, poi è diventato terzino. Come è avvenuto questo cambiamento di ruolo?
“Devo dire che non me la cavavo male come attaccante: negli Allievi Nazionali del Celano realizzai una quarantina di gol. Poi, quando passai al Francavilla, il tecnico Giorgio Repetto mi schierò come terzino offensivo, ruolo che ho ricoperto sino al termine della mia carriera”.
Quali sono state le gioie più grandi e le delusioni più amare della sua carriera da calciatore?
“La più grande gioia è stata quella di arrivare in Serie A, confrontarmi con grandi campioni e realizzare anche una rete al Milan. Il dolore più grande non riguarda qualcosa capitato sul rettangolo verde, ma la scomparsa di quattro tifosi morti sul treno dopo la partita Piacenza-Salernitana. Una di loro era anche un mio amico”.
Nel 2006 ha avuto una breve esperienza con il Catanzaro. Cosa ricorda di quella parentesi?
“Arrivavo dal Chieti e mi chiamarono per cercare di dare una mano per la salvezza del club calabrese. Ma in quel periodo venni squalificato per due mesi per una vicenda legata al Teramo Calcio: mi rivolsi a dei legali per degli emolumenti non elargiti senza avere le autorizzazioni. Per questo giocai poco con la maglia del Catanzaro”.
Dal 1999 al 2001 ha vestito la maglia del Bari: che ricordi ha di quella squadra e di quel periodo in Serie A?
“Una grande esperienza, dopo quella di Salerno. In realtà sarei dovuto andare alla Roma, ma c’era Regalia che mi voleva al Bari per sostituire Zambrotta. E mentre ero in viaggio per la Puglia, mi chiamò il ds del Perugia offrendomi 100 milioni in più all’anno. Ma avevo dato la parola ai biancorossi e decisi di parlare prima col club pugliese. Scendere in campo e vedere il ‘San Nicola’ pieno era l’emozione più grande perché capivi d’essere un simbolo per chi c’era sugli spalti”.
Cosa ne pensa del Bari di Moreno Longo? L’ultima sconfitta contro la Carrarese con l’ennesima rimonta subita ha lasciato il segno nella tifoseria…
“Brutta sconfitta quella contro la Carrarese. Ma questa è una squadra che ha troppi blackout, soprattutto a livello difensivo. A questo Bari manca un leader, quello che si prende le responsabilità anche quando un compagno sbaglia e ci mette la faccia davanti ai tifosi”.
La situazione legata alla multiproprietà può condizionare il rendimento dei giocatori? Quanto può pesare nella testa di un calciatore?
“È una situazione che ho vissuto ai tempi del Catania, perché in quel periodo il club etneo era di proprietà di Gaucci, patron del Perugia. Sicuramente, il calciatore di proprietà si impegna al massimo, mentre chi giunge con la formula del prestito, mi spiace dirlo, se ne frega, perché tanto a fine stagione tornerà nel club di appartenenza. Ma non è giusto e corretto comportarsi così, perché parliamo di professionisti”.
Catanzaro-Bari si avvicina. Che tipo di partita si aspetta e chi vede favorito?
“Non sarà facile per il Bari perché affronterà una squadra in salute e che si è ripresa mentalmente. Poi, come dicevo prima, i galletti non hanno in squadra elementi che possano reggere e superare questa situazione”.
Foto Lanciano calcio 1920