Tagliano gli alberi, cementificano le aiuole di terra che gli ospitavano, ma creano nuove barriere. È questa, in sintesi, la denuncia di una donna, residente in particolare nel Municipio 5 che ha voluto testimoniare le difficoltà quotidiane che riguardano, nello specifico, persone con disabilità, ma anche anziani o mamme e papà con il passeggino. La denuncia arriva nello specifico da Palese, ma evidenzia la donna “riguarda un po’ tutta la città”. In effetti, percorrendo alcune vie, non è difficile imbattersi in vecchi “quadrati” che un tempo ospitavano terra “rattoppatti” per essere utilizzati dai pedoni e che, nonostante questo sono delle vere e proprie barriere architettoniche per chi transita.
“Ogni tanto tagliano a zero un albero del viale. L’unico viale alberato del paese. Un colpo d’occhio, un vanto – racconta la donna – ma a qualcuno quegli alberi danno fastidio. Ingombrano e sporcano, dicono. Per cui qualcuno decide la loro esecuzione che viene prontamente eseguita. Infatti non si capisce perché viene deciso di sacrificare una pianta piuttosto che un’altra. Rimangono stranamente alberi più compromessi di quelli brutalmente sacrificati. Tolti via e mai sostituiti. Molti fossi sono stati definitamente tombati, con cemento o con mattoni. Con nonchalance. Ci sono interi tratti del viale ormai nudi. Rimangono i fossi con quel che rimane dei tronchi segati oppure ricoperti con materiale edilizio. In realtà – prosegue – tutto il viale è proibitivo per carrozzine e carrozzelle, sia per i marciapiedi pieni di scalini e dislivelli sia per i fossi degli alberi ricavati purtroppo in modo da lasciare poco spazio tra loro e il muro. Tutto il viale è da risistemare anche per rendere possibile il transito ai disabili, alle mamme con passeggini”, evidenzia.
“Ma non è segando via le acacie quasi centenarie – racconta ancora la donna – senza più sostituirle che si risolve il problema. Intanto facciamolo pulire spesso quel viale, perché si dimenticano di farlo e il pattume rimane indecorosamente lo stesso per mesi. Ripiantiamo gli alberi segati via cambiando essenza, magari, con qualche sempreverde (tipo ligustro o tamerice) resistente che però non infastidisce perdendo copiosamente le sue foglie. E facciamo i fossi più vicini al bordo stradale di modo che dall’altra parte una persona in carrozzina ci passi agevolmente. Oppure mettiamo delle grate carrabili sul terreno per pareggiare i livelli. Ammorbidiamo i dislivelli con scivoli che non siano di ostacolo continuo come i tanti scalini esistenti. Ma ora qualcuno faccia qualcosa per lo scempio in atto. Perché quello è un viale, dal mare fino al corso, e tale deve rimanere”, sottolinea ancora riferendosi nello specifico al corso di Palese che da via Gino Priolo conduce sino al mare – è un valore aggiunto, non un disturbo. Gli alberi fanno tanta piacevole ombra d’estate e sono rifugio per gli uccellini. In autunno la notte lì si davano appuntamento gli usignoli. Negli ultimi 5 anni sono state decine gli alberi spariti e continuano a sparirne. Ma chi decide? Chi lo consente? È una prepotenza di qualcuno che ora non sopporta nemmeno più un albero davanti a casa? È connivenza? O solo abbrutimento del decoro di un luogo che ha bisogno di verde e necessità che rimanga quel tocco di bellezza di cui storicamente era stato dotato. Vogliamo veramente cementificare gli alberi e rendere il viale una strada qualsiasi?”, conclude.