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Al Sud le famiglie senza dentista sono il triplo rispetto al Nord

A pesare sulle disuguaglianze macro regionali sono soprattutto le condizioni socio-economiche

Pubblicato da: redazione | Gio, 20 Marzo 2025 - 13:38
foto freepik

Al Sud le famiglie senza dentista sono il triplo rispetto al nord. A pesare sulle disuguaglianze macro regionali sono soprattutto le condizioni socio-economiche. E’ quanto emerge da una ricerca Istat sui consumi delle famiglie, nel biennio 2022-2023, rielaborata da Key-Stone, osservatorio di ricerca specializzato nel settore dentale, in occasione del 22esimo Congresso Internazionale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). In particolare, se la media nazionale delle famiglie che si rivolgono al dentista è del 61%, al Sud il 60% non ha accesso alle cure dentali contro il 26% delle famiglie settentrionali e il 34% di quelle che vivono nel Centro Italia.

Le differenze tra le regioni per le cure odontoiatriche sono molto nette: si va dall’84% del Trentino Alto Adige, dove si registra la situazione migliore, al 32% della Calabria, dove poco più di un terzo della popolazione si sottopone a cure o controlli odontoiatrici, passando dal 78% della Toscana alle quote molto basse del 37% della Campania e del 36% della Sicilia. “Nel 2023 tra le famiglie non in povertà (assoluta e/o relativa) si registra un tasso di accesso intorno al 69% contro il 16% delle famiglie in condizioni di povertà – spiega Francesco Cairo, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP)-. Nel nostro Paese, le cure della salute orale sono a carico delle famiglie. Sarebbero necessari più investimenti in sanità pubblica e maggiori interventi di prevenzione a partire dalle scuole: basti pensare che l’attività fisica può ridurre il rischio di problemi di salute orale fino al 28%, oltre a migliorare molte altre malattie croniche sistemiche”.

Per Silvana Sciarra, Presidente Emerita della Corte Costituzionale e socia corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, intervenuta al Congresso, “il salto per la cura orale potrebbe essere fatto proprio perché tocca il benessere psico-fisico dell’individuo nella sua globalità. L’espressione ‘benessere psicofisico’ non è estranea al linguaggio della Corte Costituzionale che usa spesso tale espressione, ad esempio, con riferimento della salute della donna – dichiara -. Più recentemente il Parlamento ha modificato l’art. 33 della Costituzione, inserendo la promozione del benessere psico-fisico collegato all’attività sportiva. Il mio plauso va all’attività della SidP che, come formazione sociale, si batte per una parità di trattamento nelle cure, suggerendo che si abbattano le differenze territoriali e che si abbia cura dei meno abbienti, perché le disuguaglianze si accentuano laddove c’è povertà”, conclude. Ne dà notizia l’Ansa.

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