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In Puglia le particelle inquinanti entro i limiti consentiti

Dati nel rapporto 2024 del Sistema nazionale protezione ambiente

Pubblicato da: redazione | Lun, 17 Marzo 2025 - 07:04

In Puglia nel 2024 sono stati rispettati i limiti delle emissioni di Pm10 nell’aria, cioè le particelle inquinanti, secondo i valori calcolati dalle 54 centraline installate sul territorio. Il valore consentito prevede una concentrazione media di 40 microgrammi per metro cubo, e in Puglia si registrano valori compresi tra un minimo di 15 microgrammi a Monte Sant’Angelo (Foggia ) e un massimo di 28 microgrammi a Francavilla Fontana (Brindisi). E’ quanto emerge dal rapporto annuale del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, relativo al 2024. Secondo lo studio, in Puglia si rilevano sforamenti del valore limite giornaliero di Pm10, con una media di 50 microgrammi per metro cubo, un valore che però non viene superato più di 35 volte in un anno. Gli sforamenti maggiori si registrano nel Brindisino, ovvero a Francavilla Fontana e Torchiarolo (rispettivamente 28 e 26 giorni oltre il limite); mentre quelli minori si riscontrano ad Altamura, nel Barese, con quattro giorni.

Risultano nella norma i livelli di particolato atmosferico fine Pm 2,5 (25 microgrammi per metro cubo è il valore limite consentito), come evidenziato dai dati delle 26 centraline posizionate nel territorio pugliese che hanno fatto registrare come valori minimi nove microgrammi a Lucera, San Severo e Taranto; e come valori massimi 14 microgrammi a Campi Salentina e Ceglie Messapica. I dati sulle concentrazioni di biossido di azoto NO2 (il cui valore limite è pari a 40 microgrammi per metro cubo all’anno) monitorati dalle 52 centraline, rilevano in Puglia valori compresi tra un minimo di quattro a Lucera, e un massimo di 39 a Bari, con zero giornate di sforamento. L’informativa annuale del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente offre il quadro nazionale relativo alla qualità dell’aria nell’anno appena trascorso. Un rapporto sintetico elaborato ogni anno dagli esperti di Snpa (Ispra e le Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome), che riassume i dati rilevati dalle oltre 600 stazioni di monitoraggio presenti su tutto il territorio nazionale.

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