Il Bari spreca un’altra occasione e si conferma una squadra incapace di compiere il salto di qualità. Il deludente pareggio a reti bianche contro la Salernitana, penultima in classifica, non è solo un’occasione persa, ma anche un campanello d’allarme per le ambizioni di un club che continua a galleggiare nell’anonimato. Se c’era un momento per dimostrare maturità, personalità e voglia di vincere, era questo. Ma ancora una volta il Bari si è fermato sul più bello, senza mordente e senza idee.
Il pubblico del San Nicola ha capito il momento e ha reagito di conseguenza: i fischi piovuti al termine della gara sono stati il segnale inequivocabile di un malcontento diffuso. Non è stata solo la scarsa qualità del gioco a infastidire i tifosi, ma soprattutto l’atteggiamento remissivo di una squadra che, pur avendo più qualità della Salernitana, non è mai sembrata in grado di affondare il colpo.
A fine partita, il tecnico Moreno Longo ha provato a spiegare la prestazione insufficiente con la condizione fisica non ottimale di alcuni elementi, ma le sue parole non hanno convinto. “La gente ha il diritto di esprimere il proprio dissenso, siamo i primi a voler vincere, ma non siamo al meglio della forma”, ha dichiarato. Il problema, però, sembra andare oltre la semplice stanchezza: le sue scelte tattiche, ancora una volta, sono parse troppo conservative e poco coraggiose. Contro una squadra in piena crisi di risultati, il Bari avrebbe dovuto osare di più. Invece, ha preferito un atteggiamento prudente, quasi timoroso, che non ha prodotto occasioni da gol degne di nota. Anche la gestione delle sostituzioni è apparsa poco incisiva e lucida.
Un altro dato allarmante è l’incredibile numero di pareggi accumulati dal Bari in questa stagione: ben 16 su 30 partite. Una percentuale del 53% che lo rende una delle squadre più inclini al segno “X” tra i principali campionati europei. Questo dato non è solo statistico, ma riflette una mentalità che sembra quasi accontentarsi di non perdere piuttosto che provare a vincere. Un atteggiamento che, nel lungo periodo, può rivelarsi un freno per le ambizioni di promozione.
Ora arriva la sosta del campionato, un momento utile per recuperare energie e cercare di invertire la tendenza. Ma basterà? La squadra sembra svuotata di idee, il gioco latita e la fiducia dei tifosi è ai minimi storici. L’unico aspetto positivo della serata è stato offerto dalle tribune: il gemellaggio tra le due tifoserie ha regalato una delle immagini più belle della stagione, con 24.425 spettatori a dimostrare che il tifo biancorosso resta vivo nonostante tutto.
Eppure, questa passione cozza con la mediocrità che sembra contraddistinguere la SSC Bari. La mancanza di un progetto ambizioso, unita alla questione della multiproprietà, sta lentamente spegnendo l’entusiasmo della piazza. I tifosi, ormai rassegnati, si chiedono quale sia il futuro della squadra e se davvero esista la volontà di puntare in alto.
Servirebbe una scossa, un segnale forte da parte della società e dello staff tecnico per dimostrare che il Bari non vuole limitarsi a vivacchiare, ma ha l’ambizione di essere protagonista. Perché la pazienza del pubblico non è infinita e l’amore per la maglia, per quanto incondizionato, ha bisogno di essere alimentato con risultati e prospettive concrete.
Il problema principale è che questa mediocrità sembra quasi essere accettata come una condizione naturale del club. Non ci sono dichiarazioni forti dalla dirigenza, non ci sono segnali di una rivoluzione tecnica e non si percepisce un reale obiettivo di crescita. Il Bari sembra destinato a restare in questa terra di mezzo, senza ambizioni concrete né una strategia chiara per il futuro.
Anche la rosa, sulla carta competitiva, sta mostrando limiti evidenti, sia a livello di qualità che di personalità. Troppe partite vengono approcciate con paura, con la sensazione che il Bari giochi più per non perdere che per vincere. Questo atteggiamento si riflette nei numerosi pareggi e nella difficoltà nel chiudere le partite quando si ha la possibilità di farlo.
La speranza è che la sosta possa servire per ricaricare le energie mentali e fisiche, ma senza un cambio di passo deciso nella mentalità, sarà difficile vedere miglioramenti significativi. La tifoseria merita una squadra che lotta con determinazione, che affronta ogni partita con la voglia di vincere e non con la paura di perdere.
Le ultime giornate di campionato saranno decisive per capire se questa squadra ha ancora qualcosa da dire o se si limiterà a trascinarsi verso il finale di stagione senza ambizioni. Il rischio più grande è che l’indifferenza prenda il sopravvento e che il Bari finisca per perdere anche il sostegno della sua gente, il vero patrimonio di questo club.
foto Ssc Bari