Tra le tante truffe digitali sempre più pericolose e raffinate, una delle più recenti è la cosiddetta truffa del mi piace, in cui i malviventi fanno credere alle vittime che riceveranno soldi in cambio di like a post e video su Instagram o TikTok, oppure iscrivendosi a gruppi Telegram. La denuncia arriva da Consumatori.it, Associazione Nazionale consumatori.
Come inizia la truffa del mi piace La truffa inizia così: la vittima riceve un messaggio, solitamente su WhatsApp, da parte di un falso reclutatore, che propone facilissimi guadagni in cambio di like a video, recensioni di hotel o commenti a post. Può capitare che i truffatori adeschino i malcapitati aggiungendoli a gruppi Telegram insieme ad altri sconosciuti e offrendo lì il denaro, rendendo così molto più difficile tracciarli e fermarli. Le attività da svolgere sono talmente semplici e intuitive i guadagni talmente vantaggiosi, che in tanti cascano nella trappola attirati dalle false promesse, come ha spiegato il presidente di UNC Massimiliano Dona su Instagram.
Perché si cade in questa truffa? Quando la vittima inizia a distribuire i mi piace secondo le indicazioni che man mano riceve dai truffatori, comincia a ricevere anche le prime piccole somme di denaro. Sono questi guadagni iniziali che illudono le vittime di aver fatto un affare e che servono ai malviventi ad assicurarsi la loro fiducia. Quello che le vittime non sanno è che le somme che stanno ricevendo non sono altro che soldi presi ad altri malcapitati come loro. Uno schema piramidale. Il momento in cui la truffa vera e propria si compie è quando alle vittime viene suggerito di scaricare applicazioni di messaggistica e di iscriversi a determinati canali, con la promessa di guadagni stavolta molto elevati, a fronte di un piccolo investimento.
I truffatori chiedono bonifici di poche decine di euro, che vengono rimborsati con una piccola maggiorazione. Le richieste diventano poi sempre più ingenti, spesso servono a “sbloccare” il pagamento del lavoro svolto. Ma al pagamento di un bonifico sostanzioso da parte della vittima, che si aspetta il solito rimborso maggiorato, il truffatore sparisce e diventa irreperibile. Oltre al più chiaro obiettivo di estorcere denaro alle ingenue vittime, questo genere di truffe ha anche mire più nascoste, come il furto di dati sensibili, codici bancari e password.
Come difendersi? Nonostante le truffe digitali diventino sempre più raffinate, basta seguire poche regole per essere al riparo dai malintenzionati: Non fornire mai dati personali o bancari a sconosciuti, Diffidare sempre da chi promette di guadagnare senza far nulla e da chi ci chiede soldi per lavorare, nelle impostazioni di privacy delle app di messaggistica istantanea selezionare l’opzione “consenti solo ai miei contatti di aggiungermi sui gruppi”, per non ritrovarsi inseriti in gruppi indesiderati, se ci accorgiamo di essere stati vittime di una truffa contattiamo immediatamente la Polizia Postale o la Guardia di Finanza.