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Lavoro, personale Ikea incrocia le braccia: sciopero nazionale

Sit in a Napoli, Milano e Roma, partecipano anche lavoratori di Bari. I sindacati: "Ikea non riconosce il giusto valore alla sua forza lavoro"

Pubblicato da: redazione | Sab, 15 Marzo 2025 - 11:49
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Prosegue la protesta dei dipendenti Ikea. Oggi, sabato 15 Marzo le OO.SS. FILCAMS CGIL- FISASCAT CISL e UILTuCS hanno proclamato lo sciopero nazionale del personale del gruppo Ikea con presidi che si stanno tenendo dalle ore 10:00 alle 14:00 davanti ai punti vendita Ikea di Afragola (Napoli), Carugate (Milano) e Anagnina (Roma).

“Prosegue la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo Ikea (colosso svedese dell’arredamento con oltre 7.400 dipendenti di cui circa 250 alla sede di Bari) per il rinnovo del contratto integrativo aziendale scaduto nel 2018 – scrivono in una nota i sindacati – ai tre concentramenti stanno partecipando centinaia di lavoratori del gruppo Ikea. Anche i lavoratori della sede Ikea di Bari stanno partecipando numerosi al presidio che si sta tenendo davanti al punto vendita aziendale di Afragola (NA) ed hanno aderito in massa allo sciopero con una percentuale di circa l’80% della forza lavoro.

“La mobilitazione del personale Ikea – ha spiegato il segretario generale Filcams Cgil Bari, Antonio Ventrelli – è stata indetta, dopo oltre un anno e mezzo di trattative per il rinnovo del contratto Integrativo aziendale scaduto nel 2018, in seguito al rifiuto da parte dell’azienda a dare risposta alle richieste avanzate dal sindacato tese a tutelare i diritti dei lavoratori ed a garantire condizioni di lavoro più dignitose. In particolare si contesta la mancata applicazione delle maggiorazioni salariali per i neoassunti che crea inique divisioni generazionali tra i dipendenti, l’obbligo di lavorare nei giorni festivi che non consente la conciliazione dei tempi di vita e lavoro senza peraltro riconoscere a livello economico adeguate maggiorazioni e compensazioni, un sistema di progressione di carriera che svilisce le professionalità interne, utilizzo diffuso dei contratti di lavoro part time senza possibilità di integrazione oraria che crea condizioni economiche di povertà per gran parte dei dipendenti. Nonostante Ikea sia un gruppo solido che aumenta fatturati ed utili grazie anche alla professionalità e dedizione dei propri dipendenti, non riconosce il giusto valore alla sua forza lavoro e si auspica che la società, a seguito della mobilitazione, modifichi le scelte aziendali accogliendo le richieste sindacali mirate a raggiungere una intesa dignitosa che migliori le condizioni economiche e di lavoro dei dipendenti”, conclude.

“IKEA – si legge in una nota del noto marchio – conferma che, purtroppo, le negoziazioni relative al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale si sono interrotte dopo una lunga e importante trattativa, avendo appreso che le Organizzazioni Sindacali hanno ritenuto non soddisfacente la proposta aziendale presentata. Pur nel rispetto delle decisioni dei sindacati, siamo dispiaciuti dell’esito riscontrato, in quanto l’impegno dell’Azienda era volto a migliorare ulteriormente le condizioni economiche già riconosciute a tutti i co-worker dall’attuale Contratto Integrativo con interventi sia sul versante del welfare che delle maggiorazioni, in IKEA già ampiamente migliorative rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. In particolare, la proposta di IKEA intendeva incrementare le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e creare un premio uguale e inclusivo accessibile a tutti i co-worker, con un significativo aumento degli importi: ad esempio per un addetto vendita full time l’importo del premio avrebbe superato i €2.000 lordi. Inoltre, sarebbero stati previsti maggiori investimenti in formazione per sostenere i percorsi di sviluppo dei co-worker attraverso l’accrescimento delle competenze specialistiche, e l’introduzione di un importo annuale per tutti i lavoratori da poter spendere su una piattaforma di welfare in beni o servizi. Infine, la nostra proposta comprendeva ulteriori benefit innovativi quali un supporto alle persone che accedono a percorsi di procreazione medicalmente assistita o nei confronti di co-worker che intraprendono percorsi di transizione di genere. IKEA ribadisce di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già riconosciuto dalle normativa e dal Contratto Integrativo vigente. In tal senso, ad applicare il Contratto Integrativo vigente e con esso tutti i benefici in esso previsti. Infine, per quanto riguarda le aperture dei nuovi formati (PAOP), IKEA ribadisce che si tratta di formati innovativi che consentono di essere più vicini alle esigenze dei clienti e precisiamo che all’interno degli stessi tutti i diritti sindacali previsti dalla normativa vigente sono garantiti”, concludono.

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