L’Italia potrebbe diventare presto il primo Paese al mondo ad avere una legge sull’obesità. L’iter della disegno di legge, che ha iniziato il suo percorso a fine 2022, potrebbe infatti concludersi nei prossimi mesi. Ad annunciarlo nella Giornata mondiale dedicata alla malattia, che si celebra il 4 marzo, è stato il primo firmatario del ddl, il deputato di Forza Italia, Roberto Pella. Dopo l’approvazione in commissione Affari sociali della Camera, la legge “è stata calendarizzata per aprile e credo che per quella data sarà approvata”, ha detto Pella nel corso del convegno per il World Obesity Day al ministero della Salute. La norma dispone che l’assistenza alle persone affette da obesità rientri nei Livelli Essenziali di Assistenza. Inserisce inoltre l’obesità nel Piano nazionale della cronicità, istituisce un osservatorio dedicato, adotta misure per contrastare il consumo di alimenti contenenti sostanze dannose e riconosce diritti alle persone che ne sono affette. La legge arriva per mettere fine a un paradosso: nonostante l’obesità rappresenti una delle condizioni a maggiore impatto nel mondo e in Italia, non gode di riconoscimenti formali. “L’obesità non è ancora sufficientemente riconosciuta come una malattia cronica”, scrive in una lettera aperta alle istituzioni un network di società scientifiche e associazione dei pazienti, che chiedono di “riconoscere l’obesità come malattia cronica e inserirla nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), garantendo un accesso equo alle cure per tutti i pazienti”.
Favorevole alla proposta il ministero della Salute. “Sul tema dell’obesità c’è un grande impegno da parte del Governo”, ha detto Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. “È stato già determinato lo stanziamento di 1 milione fino al 2027 che rappresenta solo un primo passo, insufficiente ma significativo. Il ministero della Salute si è impegnato a istituire nell’ora di Educazione civica a scuola insegnamenti sui corretti stili di vita. Stiamo lavorando all’Hub nazionale della prevenzione”, ha aggiunto Campitiello che ha precisato che “la vera svolta per l’obesità verrà se sarà concepita come malattia ed entrerà nei Lea”. L’impatto dell’obesità è enorme. In Italia, secondo l’Italian Barometer Obesity Report 2024, l’11,8% della popolazione adulta soffre di obesità e il 36,1% degli adulti è in sovrappeso.
Tra i bambini tra gli 8 e i 9 anni il 19% è in sovrappeso e il 9,8% è obeso. La tendenza è, inoltre, in peggioramento, soprattutto nelle Regioni meridionali e nelle aree economicamente più svantaggiate. L’obesità costituisce un problema in sé, ma spalanca anche la porta ad altre malattie, sottolineano gli esperti. È un “fattore di suscettibilità al diabete di tipo 2”, ha ricordato Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid) e presidente FeSDI. Basti pensare che “l’85-90 per cento delle persone che si ammalano di diabete di tipo 2 sono in sovrappeso o obese”. L’obesità incide anche sul diabete di tipo 1, causando “un’anticipazione della diagnosi” “nei bambini e negli adolescenti”, ha aggiunto la specialista. Inoltre è un “fattore di rischio per complicanze cardiovascolari e renali, ma anche per molti tumori”, ha precisato. Da parte del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, l’annuncio, in commissione Infanzia alla Camera, di un Tavolo nazionale permanente sulla nutrizione, con l’Istruzione, l’Università e il Dipartimento dello Sport “come punto di riferimento sul tema della nutrizione”. I dati più recenti, ha riferito, “restituiscono una fotografia preoccupante” con “il 19% dei bambini italiani in sovrappeso e il 9,8% obeso, di cui il 2,6% con un’obesità grave. È imperativo promuovere interventi e stili di vita sani”.