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Anche da Bari l’appello contro la guerra: “No al riarmo”

Sit in in via Sparano del Comitato ‘L’Italia ripudia la guerra’

Pubblicato da: redazione | Sab, 15 Marzo 2025 - 19:05

Il Comitato Art.11 “L’Italia Ripudia la Guerra” annuncia la Campagna nazionale No al riarmo attraverso una raccolta firme che è stata avviata per la città di Bari oggi sabato 15 marzo 2025, dalle ore 17.30 alle ore 20.30, in Via Sparano, angolo Via Dante.
L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e raccogliere firme per un appello ai parlamentari della Repubblica Italiana ai sensi dell’art. 50 della Costituzione.

“Noi cittadini e cittadine esprimiamo profonda preoccupazione per la crescente pressione a incrementare le spese militari, una scelta che riteniamo dannosa per il nostro futuro. La presidente della Commissione Europea ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro (ReArm Europe) contro la Russia, dichiarando: “Dobbiamo urgentemente riarmare l’Europa”.

Si invitano i parlamentari italiani a respingere ogni ulteriore aumento del budget della difesa per le seguenti ragioni:
1. La narrazione dell’inferiorità delle spese militari dell’Europa è falsa. I dati ufficiali dimostrano che la somma delle spese militari di UE e Regno Unito è circa tre volte superiore a quella della Russia.
2. Il riarmo impoverisce lo stato sociale, aggiungendo nuovo debito pubblico e sottraendo risorse essenziali a settori chiave come sanità, istruzione, ambiente, ricerca e welfare.
3. Più armi significano più guerra, non più sicurezza. L’Italia deve promuovere soluzioni diplomatiche e riduzione delle spese militari globali, anziché alimentare una corsa agli armamenti.
Si chiede dunque al Parlamento italiano di:
– Bloccare ogni ulteriore aumento delle spese militari;
– Favorire il processo di pace in Ucraina;
– Fermare l’ulteriore invio di armi in Ucraina;
– Ripristinare un processo di dialogo e cooperazione internazionale;
– Promuovere iniziative di disarmo e il ripristino del trattato di messa al bando degli euromissili;
– Sostenere un’azione di diplomazia attiva per la risoluzione nonviolenta dei conflitti in corso;
– Riorientare le risorse verso lavoro, sanità, scuola e welfare, pilastri della sicurezza sociale.
Nella consapevolezza che l’Italia che sceglie la pace non può essere un’Italia che investe nelle armi a discapito del benessere dei suoi cittadini.

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