I lavoratori Ikea incrociano nuovamente le braccia, lo annunciano Filcams CGIL Fisascat CISL e Uiltucs di Bari che nelle scorse ore hanno proclamato lo sciopero del personale per intero turno di lavoro domani, domenica 2 marzo, dalle ore 9:00 alle ore 13:00 con un sit in davanti l’ingresso principale del punto vendita di Bari
Sono in stato di agitazione le lavoratrici e i lavoratori della multinazionale svedese del mobile in Italia, con un primo pacchetto di 24 ore di sciopero proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno deciso di interrompere le trattative. Alla base della mobilitazione, articolata in 8 ore di sciopero a livello nazionale e 16 ore a livello territoriale, il mancato rinnovo del contratto integrativo aziendale. Ikea, “nonostante abbia visto raddoppiare il suo fatturato nell’ultimo periodo e si presenti come un gruppo democratico e inclusivo – stigmatizzano le tre sigle in un comunicato unitario – non rispetta i suoi stessi principi nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. Dopo oltre un anno e mezzo di incontri serrati, infatti, l’azienda ha completamente ignorato le richieste sindacali, voltando le spalle ai propri dipendenti. Tra richieste aziendali ritenute inaccettabili dai sindacati: il mancato riconoscimento delle maggiorazioni ai nuovi assunti, un sistema derogatorio e peggiorativo delle professionalità, cancellazione della “malattia statistica”, obbligatorietà del lavoro festivo”, sottolineano.
“In un’impresa che vede le relazioni territoriali ridotte al minimo – spiegano ancora le tre sigle nella nota unitaria – con un gran numero di lavoratori assunti part-time senza possibilità di integrazione oraria, si assiste oggi all’introduzione di nuovi modelli di business con l’apertura di nuovi punti vendita di prossimità nei quali è impedita l’agibilità alle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori con una limitazione di diritti degli stessi. “Già in queste ore, su tutto il territorio italiano, si stanno tenendo numerose assemblee nei vari punti vendita, con le prime iniziative di sciopero su base territoriale. È chiaro che – concludono le organizzazioni sindacali – se l’azienda non tornerà sui suoi passi, si valuteranno tutte le azioni opportune per modificare le scelte aziendali a tutela dei diritti di tutti i dipendenti Ikea, affinché si raggiunga un’intesa dignitosa per gli stessi”, concludono.
Foto repertorio