S u delega della Procura Regionale della Corte dei Conti i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari hanno notificato un invito a dedurre a un Dirigente pro tempore della Sezione strategia e governo dell’offerta, Protezione Civile, nonché della Sezione Provveditorato ed Economato della Regione Puglia, ritenuto responsabile di aver cagionato un danno all’immagine e di 60.000 euro.
Nel dettaglio, il pubblico dipendente è stato condannato in appello, con sentenza divenuta irrevocabile, a 4 anni e 4 mesi, per aver percepito da due imprenditori tangenti dell’importo rispettivamente di 10.000 euro e di 20.000 euro, in relazione all’affidamento, ai medesimi, di alcuni lavori.
Tale vicenda, che ha avuto un notevole risalto mediatico, ha determinato, a carico della Regione Puglia, non solo un danno patrimoniale (già contestato dall’A.G. contabile) conseguente alle maggiori somme pagate dall’Ente locale per i lavori affidati alle due citate imprese, anche in conseguenza delle tangenti pagate, bensì anche un danno all’immagine derivante dalla lesione del prestigio, del decoro e della credibilità del predetto ente pubblico a seguito della condanna penale del proprio dirigente.
In particolare, la commissione del suddetto reato ad opera del dipendente regionale e la conseguente diffusione della notizia hanno determinato una diminuzione della considerazione dell’istituzione pubblica da parte dei cittadini, ledendone il rapporto di fiducia e configurando la lesione di un bene tutelato in via diretta ed immediata dall’ordinamento giuridico.
Ai sensi dell’art.1, comma 1-sexies, della legge n. 20/1994 “nel giudizio di responsabilità, l’entità del danno all’immagine della pubblica amministrazione derivante dalla commissione di un reato contro la stessa pubblica amministrazione accertato con sentenza passata in giudicato si presume, salva prova contraria, pari al doppio della somma di denaro o del valore patrimoniale o di altra utilità illecitamente percepita dal dipendente”.
Nel caso specifico, quindi, il danno arrecato alla Regione Puglia è stato quantificato nella misura di 60.000 euro, pari al doppio dell’importo corrispondente alle somme complessivamente ed illecitamente percepite dai due imprenditori (€ 30.000).
Il presunto responsabile potrà ora esaminare tutte le fonti di prova indicate a base della contestazione formulata, depositare le proprie deduzioni ed eventuali documenti, ovvero chiedere di essere sentito dall’Autorità Giudiziaria contabile procedente.