Le città più tartassate da buche e dissesti? Le svela il nuovo indicatore messo a punto dall’International Center for Social Research (ICSR) su richiesta di Roberto Castigliani, oggi alla guida della storica azienda che tra le altre cose promuove anche una cultura della sicurezza stradale.
Su 50 città Roma al primo posto, Taranto all’ultimo, al l’undicesimo posto figura proprio Bari. A Roma la situazione è esponenzialmente più grave rispetto ad altre città: 3 volte peggio rispetto a Napoli, 4 volte peggio rispetto a Palermo. Ma è pur vero che in Italia le buche sono una piaga nazionale, una questione che non solo compromette la sicurezza degli automobilisti, ma incide anche pesantemente sulle casse pubbliche e private.
Come poter fare dei paragoni? Alcune città italiane sono particolarmente note per la pessima condizione delle loro strade, ma è molto complicato stabilire con precisione quante sono le buche stradali, così il patron di CastiglianiGomme.it ha chiesto all’International Center for Social Research (IRCS) di costruire un apposito indicatore ed è così nato l’Indicatore di Pericolosità Stradale (IPS).
Per calcolarlo, l’ICSR ha introdotto due nuovi indicatori: l’Indicatore di Incidentalità Ponderata (IIP) e l’Indicatore di Manutenzione Stradale (IMS).
Il primo è definito come la somma del tasso di incidentalità di ciascuno dei 9 anni precedenti all’anno di riferimento, tenendo quindi conto —in base ai dati ISTAT— del numero di incidenti stradali rispetto al totale degli abitanti di ciascun territorio preso in esame (valori per cento), più un correttivo di 2 punti ogni 100 incidenti applicato sulle rilevazioni ISTAT per i grandi comuni, moltiplicando poi il valore finale per una volta e mezza.
L’Indicatore di Manutenzione Stradale (IMS) è invece definito come valore assoluto pari ad un terzo della spesa pro capite per ciascun territorio preso in esame, secondo le risultanze di OpenPolis basate sulla Banca Dati Amministrazioni Pubbliche (BDAP) e di OpenCivitas/Sogei, portale di accesso alle informazioni degli enti locali promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Sommando i due valori si ottiene quindi l’Indicatore di Pericolosità Stradale (IPS) che, nel caso di quest’anno raggiunge il valore più alto a Roma (450,38) e quello più basso a Taranto che registra 32,60 punti, pari al 7,24% del risultato romano. A Bari l’indice di pericolosità si attesta a 110,32.
L’IPS 2025 è stato calcolato sulla base dei tassi rilevati dall’ISTAT nel periodo 2016-2024 (utilizzando per il 2024 le stime preliminari al 15 novembre 2024) ed un correttivo di 2 punti ogni 100 incidenti rilevati dall’Istat nei grandi comuni nella sua più recente elaborazione (2024); ed in base alla spesa pro capite aggiornata da OpenPolis (Banca Dati Amministrazioni Pubbliche) alla data più recente (17 marzo 2022), attingendo i dati per Napoli, Reggio Calabria e Salerno (mancanti) sul precedente rilievo al 15 marzo 2021 del portale OpenCivitas/Sogei e per gli ambiti territoriali di Bolzano, Catania, Messina, Palermo e Siracusa alla media relativa ai comuni con oltre 100.000 abitanti riportata da OpenCivitas, rilevate attraverso questionari inviati agli enti e integrate con i dati provenienti da fonti ufficiali quali il Ministero dell’Interno, l’ISTAT, il MIUR e l’Agenzia del Territorio.
In merito alla spesa si è fatto riferimento alla «spesa storica», pari all’ammontare effettivamente speso dai comuni in un anno ricalcolato con l’ausilio delle informazioni raccolte attraverso i questionari.
Secondo l’analisi commissionata da CastiglianiGomme.it, i centri urbani con il maggior numero di strade dissestate —con un IPS superiore a 95—sono: 1) Roma (450,38), 2) Milano (323,73), 3) Genova (197,74), 4) Firenze (171,49), 5) Torino (165,18), 6) Bologna (137,34), 7) Napoli (126,44), 8) Bergamo (124,48), 9) Venezia (117,98), 10) Verona (113,17), 11) Bari (110,32), 12) Palermo (106,42), 13) Catania (98,56) e 14) Rimini (96,16).
«Ma il problema delle buche non è esclusivo dell’Italia. Nel Regno Unito, ad esempio, un rapporto del 2023 ha rilevato che negli ultimi 12 mesi i danni causati dalle buche hanno costretto alle riparazioni 2,7 milioni di auto» puntualizzano gli analisti che hanno condotto la ricerca commissionata da CastiglianiGomme.it.
Certo è che le buche stradali non solo mettono a rischio la sicurezza, ma causano anche danni significativi ai veicoli, in particolare agli pneumatici. «L’impatto con una buca può provocare deformazioni o lacerazioni negli pneumatici, compromettendo la tenuta di strada e aumentando il rischio di incidenti» spiega Roberto Castigliani, considerato il gommista più esperto d’Italia.