Una vigilessa di Bari è stata sospesa per tre mesi dal servizio, a partire dal 19 febbraio, a causa di alcuni contatti avuti in passato con persone legate alla criminalità organizzata barese. L’agente, il 23 marzo 2017 si trovava, con un collega, al sottopassaggio di piazza Luigi di Savoia. Fermò un’auto guidata da un minorenne, ma non sequestrò il mezzo e non denunciò il ragazzino che pare fosse legato ad un clan.
Si tratta del primo provvedimento adottato nell’ambito delle misure previste dalla Prefettura su indicazione del ministero dell’Interno che ha individuato “misure puntuali” che il Comune di Bari “dovrà adottare, al fine di assicurare il rispetto dei principi di legalità e buon andamento”, come si legge nel documento che il prefetto Francesco Russo ha notificato al sindaco Vito Leccese.
Il ministero, sulla base delle verifiche della commissione inviata dopo gli oltre 130 arresti di febbraio 2024 nell’ambito dell’inchiesta ‘Codice interno’ (sul voto di scambio politico-mafioso) ha stabilito che non ci sono “le condizioni” per lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità, ma “ha condiviso la presenza di situazioni, anche ripetute, di irregolarità che hanno determinato disfunzioni nell’attività amministrativa”.
Nei prossimi giorni arriverà un altro provvedimento di sospensione dalla qualifica di agente di pubblica sicurezza per 10 dipendenti della polizia locale ai quali sarà revocata anche l’arma di servizio. E si attende il provvedimento del prefetto nei confronti di Amiu e Multiservizi: le aziende saranno sottoposte ad un regime di tutoraggio prefettizio, soprattutto l’Amiu.