Era dicembre scorso. I residenti del complesso FaraOne avevano strappato una promessa al Comune, l’ennesima: riapriremo la strada chiusa dei Frati Cappuccini. L’assessore alla Cura del territorio lo aveva assicurato. Al momento però nulla è cambiato. Le polemiche, quindi, si sono riaccese. Ed è presto spiegato. Dopo tante segnalazioni e richieste di intervento da parte dei cittadini all’amministrazione comunale, le promesse si sono moltiplicate. Ma sono rimaste “sulla parola” e non nei fatti. Resta, quindi, ancora un’impresa tornare a casa per quanti abitano nel residence Fara One. La rotonda realizzata dinnanzi alla Chiesa di Santa Fara, infatti, non ha uscita sulla strada del residence. Il risultato? I tempi di percorrenza si triplicano: per tornare a casa è necessario percorrere tre chilometri in più su una strada per giunta dissestata dissestata e spesso mal frequentata.
Fara One è un residence dove vivono e lavorano oltre quattrocento utenti: un grande disagio per tutti. Il disagio è stato avvertito anche dai frati della Chiesa: molti automobilisti utilizzavano, infatti, il grande parcheggio antistante per fare manovre e facilitarsi il rientro a casa. Cosa che non è stata apprezzata dai frati che si sono visti costretti, ormai da mesi, a chiudere i cancelli della Chiesa. Ma c’è un aggravante: in via Nicola Bellomo sono sorti due nuovi edifici. Chiavi in mano i nuovi proprietari avranno, quindi, un doppio problema: da una parte una rotonda che non facilita la viabilità e dall’altra le strisce pedonali che dovrebbero consentire l’attraversamento ai pedoni da via Bellomo alla chiesa di Santa Fara. Strisce sicure, però, quanto un gatto in tangenziale. Che – si sa – ha vita breve. La soluzione sarebbe quindi la riapertura di Strada dei Cappuccini. Tutti d’accordo. Almeno sulla carta.