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Sostegno per riconversione vigneti in Puglia, domande entro due mesi

Ma Il settore sta subendo una nuova ondata di demonizzazione degli alcolici

Pubblicato da: redazione | Mer, 29 Gennaio 2025 - 18:29

I vitivinicoltori hanno 2 mesi di tempo per presentare le domande di sostegno per la campagna 2025/2026 per la riconversione e la ristrutturazione dei vigneti, proprio quando è in atto una nuova ondata di demonizzazione degli alcolici. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al termine fissato al  31 marzo per presentare le domande di sostegno per la campagna 2025/2026 ed entro il 20 giugno quelle di pagamento del saldo  per l’aiuto comunitario per la riconversione e ristrutturazione dei vigneti. Le domande previste sono: di sostegno (con eventuale richiesta di anticipo), successivamente per le domande finanziabili sarà possibile presentare eventuali domande di variante/modifica minore e domanda di  pagamento di saldo a intervento concluso. Per le domande di sostegno è indispensabile – spiega Coldiretti Puglia – indicare la finalità, specificando se si tratta di domanda iniziale o di modifica, nonché la tipologia di pagamento (con anticipo o a saldo) e il cronoprogramma.

Intanto, è scattata la proroga di tre anni su tutto il territorio dei diritti di impianto in scadenza nel 2024 e 2025, dando ai produttori l’opportunità di rinunciare ai diritti senza dover pagare sanzioni per il mancato utilizzo. Si tratta di un intervento che viene incontro alle difficoltà del settore vitivinicolo che sta attraversando una fase complessa, sia per le conseguenze dirette e indirette dei cambiamenti climatici, sia per le modifiche della domanda  in Italia e a livello internazionale, afferma Coldiretti Puglia sulla base di un report dell’Ismea che comunque conferma il primato del vino tricolore. Ma i consumi languono  per il calo della domanda e per le difficoltà del mercato estero che hanno comportato una flessione degli scambi, anche a causa della ennesima ondata di demonizzazione degli alcolici che sta subendo il settore. La contrazione dei consumi interni, unita a una domanda estera che non si sviluppa secondo le aspettative di qualche anno fa – spiega Ismea nel report  – ha fatto aumentare le giacenze, che in alcuni anni, come il 2023, a inizio campagna si sono attestate addirittura al di sopra della produzione collocandosi oltre i 50 milioni di ettolitri. Una cartina al tornasole delle criticità è il mancato utilizzo delle risorse soprattutto quelle relative  a ristrutturazione,  riconversione, investimenti e promozione. In rallentamento anche l’impiego dei diritti di impianto. Da qui la considerazione  che bisogna venire incontro alle esigenze dei produttori.

Intanto, sono 38 i vini DOP e IGP che posizionano la Puglia al quinto posto in Italia per prodotti certificati con un valore di 631 milioni di euro pari al 93,1% del paniere IG del Paese – afferma coldiretti Puglia – un gradimento che i consumatori confermano anche sul fronte della qualità, facendola salire al quarto posto della top ten delle regioni con i vini rosati e al quinto per i vini rossi. “Proprio rispetto al calo dei consumi, vanno sensibilizzati i cittadini contro i tentativi in atto di demonizzazione di un prodotto che fa parte a pieno titolo della Dieta mediterranea – ricorda Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di rosso o di bianco ai pasti i cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli. Se gli italiani continuano a far segnare record di longevità rispetto agli altri popoli un motivo ci sarà”.

“Il rischio paradossale di alcune politiche europee, come il tentativo di apporre sulle bottiglie delle etichette allarmistiche adottato in Irlanda, è – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – quello di trovare gli scaffali vino “bollato” con scritte terroristiche accanto a cibi e bevande ultraprocessate, che non hanno niente di naturale, ma che magari vantano bollini verdi e claim positivi, nonostante gli ormai sempre più evidenti e riconosciuti effetti dannosi sulla salute”. Bene in questo scenario la riforma delle Indicazioni geografiche (IG) dopo due anni di negoziato, con un nuovo quadro giuridico che prevede una procedura semplificata per la registrazione con l’unificazione delle norme attualmente in vigore per i tre settori, alimentare, vino e alcolici. Riducendo i tempi si punta all’obiettivo di aumentare il numero di produttori del sistema Ig. E’ prevista poi una maggiore tutela delle Ig come ingrediente in un prodotto trasformato e in particolare on line. La protezione ex-officio varrà anche nei domini internet. Viene riconosciuto il valore delle pratiche sostenibili (ambientale, economica e sociale) compreso il benessere animale. La sostenibilità diventa così un ulteriore elemento di valorizzazione delle Ig. Il provvedimento attribuisce maggiore potere ai gruppi di produttori Ig che possono anche istituire un sistema volontario finalizzato a rafforzare la posizione nella catena del valore. Introdotto l’obbligo di indicare nell’etichetta di una Dop o Igp del nome del produttore per garantire così la massima trasparenza ai consumatori.





ConfagricolturaBari


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