“Il mercato italiano dei call center è in costante crescita nell’ultimo quinquennio e conta, secondo i dati dell’Eurostat e della European House Ambrosetti circa 1.400 aziende, di cui più della metà localizzate nel Sud Italia, con un fatturato complessivo di circa 2,8 miliardi di euro nel 2023, 6 miliardi se si considera anche l’indotto indiretto. Il settore è caratterizzato da un alto tasso di occupazione solo in Puglia risultano occupati circa 5000 lavoratori. Nonostante l’importanza dell’attività svolta, la grande maggioranza degli operatori del settore sono, ancora oggi, privi di tutele contrattuali adeguate, con salari non proporzionati alla quantità e qualità del lavoro svolto, e spesso occupati con contratti individuali di lavoro a tempo determinato, rinnovati il più delle volte oltre il limite consentito dalla legislazione vigente.
“La Network Contacts di Molfetta, con sede anche a Taranto, è sicuramente tra le società italiane più importanti per la fornitura di servizi di call center in Italia. Un risultato che l’azienda ha sicuramente ottenuto con coraggio, decidendo di investire in Puglia. Ma tra le misure previste dal nuovo contratto applicato ci sarebbero, secondo i dettagli trapelati durante una precedente audizione in Commissione Lavoro, la riduzione di oltre il 50 per cento delle ore di permesso: dalle 104 previste dal contratto collettivo delle telecomunicazioni a sole 48 ore. Sempre a proposito di tutele, l’attuale integrazione economica al 100 per cento dei primi tre giorni di malattia passerebbe gradualmente al 50, per poi arrivare all’azzeramento totale.
“Per tale motivo abbiamo depositato una mozione al fine di impegnare la Giunta Emiliano ad istituire un Osservatorio permanente per declinare politiche industriali e fiscali di settore nel breve, medio e lungo periodo ed intraprendere ogni iniziativa volta a tutelare il lavoro degli oltre 5000 lavoratori pugliesi occupati nei call center, promuovendo un dialogo costruttivo tra gli stakeholders ed i rappresentanti dei lavoratori, che miri alla promozione di buone pratiche aziendali; a portare le istanze dei lavoratori pugliesi occupati nel settore sui tavoli di confronto nazionale, già istituiti con la finalità dell’implementazione delle tutele e degli interessi degli operatori, ribadendo la necessità di supportare il mercato del lavoro, con retribuzioni più sostanziose, con la rivisitazione delle tabelle ministeriali, con la clausola sociale, con gli ammortizzatori sociali dedicati, con politiche di incentivazione al reshoring, con volumi di attività adeguati proporzionati”.