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Allarme parassita Hematodinium nel granchio blu

Non è trasmissibile e non causa infezione e malattia all’uomo

Pubblicato da: redazione | Gio, 23 Gennaio 2025 - 19:20
Avvistato in Sardegna granchio blu americano

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), Ente sanitario pubblico di controllo, ricerca e servizi negli ambiti della salute animale, dei rischi alimentari e delle zoonosi, richiama l’attenzione sulla necessità di garantire la corretta gestione del rischio sanitario legato alla presenza del parassita Hematodinium nel granchio blu, intensificando i controlli ufficiali in ambito di vendita e somministrazione di prodotti della pesca destinati ad essere consumati crudi o praticamente crudi. Come riporta la nota, il granchio blu Atlantico (Callinectes sapidus), specie aliena che negli ultimi due anni ha messo in ginocchio la produzione di vongole in Veneto, ospita un parassita del genere Hematodinium che causa la Bitter Crab Disease (BCD), nota anche come “malattia del granchio amaro”. La carne di crostacei gravemente parassitati, una volta cucinata, può assumere un retrogusto amaro, che può comprometterne l’appetibilità per il consumatore. A rilevare la presenza del parassita sono stati i ricercatori del Centro specialistico ittico I) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) finalizzato a valutare lo stato di salute del granchio blu, con un focus particolare sulla presenza di patogeni che potrebbero influenzare la dinamica di popolazione di questa specie nelle principali lagune costiere del Nord Adriatico.

I segni di questa patologia comprendono letargia, torbidità dell’emolinfa e minor vitalità del granchio durante la fase di commercializzazione. L’infezione da Hematodinium sp. induce una serie di cambiamenti fisiologici nei tessuti dei crostacei e nell’emolinfa circolante, tra cui una riduzione significativa del numero di cellule coinvolte nella risposta immunitaria. In particolare, la rapida proliferazione del parassita porta a un elevato consumo di nutrienti, con conseguente riduzione dei livelli di glucosio nell’emolinfa e di glicogeno nell’epatopancreas, modificandone le caratteristiche organolettiche. Hematodinium sp. non è trasmissibile e non causa infezione e malattia all’uomo, tuttavia il consumo di granchio blu crudo o poco cotto può comportare altri potenziali rischi per la salute, come gastroenteriti acute causate da vibrioni presenti sull’esoscheletro o direttamente nelle carni. Pertanto è consigliabile consumare il granchio blu previa adeguata cottura. Durante la prima fase del progetto, sono stati analizzati 225 esemplari di Callinectes sapidus di taglia commerciale provenienti da 7 siti lagunari: Grado, Marano Lagunare, Caorle, Chioggia, Sacca di Scardovari, Goro e Marina di Ravenna. I campionamenti sono stati realizzati con la collaborazione dei mercati ittici locali e delle cooperative operanti nelle diverse aree di studio. I prelievi sono stati effettuati tra aprile e maggio 2024 tramite l’utilizzo di nasse e reti da posta raccogliendo almeno 30 esemplari di taglia commerciale per sito.

Al fine di investigare la prevalenza del parassita nelle popolazioni oggetto di studio, sono state applicate diverse tecniche diagnostiche, in particolare analisi molecolari (real-time PCR) su campioni di emolinfa, associate ad analisi istologiche e citologiche per visualizzare il parassita nei campioni tissutali. I risultati preliminari hanno confermato la presenza di Hematodinium sp. nei granchi blu raccolti evidenziando una significativa variabilità nei tassi di infezione nelle diverse aree di transizione studiate. La prevalenza di individui positivi ad Hematodinium sp. in Veneto è del 33% e in Emilia Romagna del 97%, mentre nelle aree lagunari del Friuli Venezia Giulia il parassita non è stato rilevato. In particolare nei siti emiliani esemplari letargici o moribondi, caratterizzati da una minor resistenza al trasporto e alla manipolazione, sono stati segnalati dagli operatori del settore nella tarda primavera 2024 e risultati fortemente positivi ad Hematodinium sp. Queste osservazioni confermano come l’infezione possa influenzare il valore commerciale dei granchi. Le epizoozie provocate da questo parassita rappresentano una priorità per la ricerca, poiché Hematodinium sp. è noto per la sua capacità di infettare diverse specie di crostacei marini, causando decremento delle popolazioni naturali autoctone, con impatti ecologici e perdite economiche per il settore della pesca commerciale. Tuttavia, al momento è presto per dire se la presenza di questo parassita sia tale da incidere sulla popolazione di granchio blu nel Nord Adriatico, ulteriori approfondimenti sono quindi necessari.

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