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Fontana: “Il Bari in B non ci sta bene: investire per tornare in A”

Il 'doppio ex' ha raccontato le sue avventure nel Cesena e nel Bari e analizzato il momento dei biancorossi

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Mer, 22 Gennaio 2025 - 18:54
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Archiviata la rocambolesca gara contro il Brescia, il Bari va a far visita al Cesena dell’ex tecnico Mignani. Per trattare i vari temi di questa gara e per fare un piacevole tuffo nel passato biancorosso, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Cesena, vale a dire Alberto Fontana che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

Alberto Fontana, per i tifosi di calcio “Jimmy”, ma anche “Nonno Volante”, ci può spiegare quest’ultimo soprannome? “E’ un nomignolo che mi hanno affibbiato quando giocavo nel Palermo. Avevo 40 anni e stavo ancora bene, ma onestamente non ricordo quale compagno di squadra mi diede questo soprannome”.

Guantoni appesi al chiodo nel lontano 2009, è sempre fuori dal mondo del calcio? “Qualche anno fa seguivo dei portieri per conto di qualche mio ex dirigente o collega, ma non ho mai lavorato direttamente per nessuna società. Dopo il calcio, sono tornato alle mie origini: gestisco un hotel a Cervia insieme alla mia famiglia”.

Lei ha giocato in un periodo particolarmente florido per quanto concerne i portieri italiani: quale il collega più forte che ha mai visto all’opera? E quale il più sottovalutato?
“Ho sempre avuto un debole per Francesco Antonioli: portiere elegante e che rendeva facili anche gli interventi più complessi. Se non fosse capitato in un’era piena di fenomeni, avrebbe trovato più spazio anche in nazionale. Per quanto concerne i portieri sottovalutati, dico Davide Pinato: per motivi familiari scelse di restare a Bergamo come dodicesimo, ma vi assicuro che aveva delle qualità fuori dal comune. Ma anche Pino Alberga aveva grandi qualità”.

E’ nato a Cesena e con la maglia bianconera ha giocato dal 1989 al 1993, un trampolino di lancio oltre che una seconda pelle… “Le mie prime partite allo stadio le ho viste dall’età di 5 anni. In Romagna, il Cesena è qualcosa di particolare, una sorta di nazionale. Il sogno dei bambini romagnoli non è quello di andare in una big, ma di indossare la maglia bianconera”.

Dopo Cesena, l’avventura a Bari: la parentesi più lunga della sua carriera con ben 133 presenze dal 1993 al 1997. Bei tempi, direbbero i tifosi biancorossi…
“Il Bari dei Matarrese fece un’offerta molto importante per portarmi in Puglia. Per la prima volta, mi ritrovai lontano da casa e in una grande piazza. Una piazza non facile perché era in B e il Bari in cadetteria non ci sta bene. C’era una grande voglia di vincere, ma anche tanta competenza in chi gestiva la società. Infatti allestirono una squadra importante”.

La miglior partita di Fontana nel Bari e quale la parata più bella ed importante? “Con la maglia biancorossa ho ottenuto due promozioni. Mi vengono in mente due partite “festa”, come quelle contro Padova e Castel di Sangro: portare più di 60mila persone allo stadio e vedere centomila tifosi sul lungomare fu qualcosa di unico”.

E di Bari città che ricordi conserva? Aveva dimestichezza col dialetto barese? “All’inizio non fu semplice, poi mi sono integrato un po’ alla volta. Vivevo nel quartiere di Poggiofranco ed entrai nell’ottica di vivere in una grande città. Il dialetto iniziai a comprenderlo piano piano. Poi a Bari c’è il mare ed io sono figlio di un bagnino che aveva uno stabilimento balneare negli anni 60”.

Che ne pensa di Radunovic, portiere biancorosso? “Due anni fa ha vinto il campionato col Cagliari da protagonista. Nell’ultima gara ha commesso un errore con i piedi. Errori che vanno sempre “pesati” perché non è in quelle situazioni che si valuta un portiere, soprattutto su un campo bagnato. Per la serie B resta un portiere importante”.

Il Bari di Longo alterna grandi prestazioni ad altre meno convincenti, condite spesso da rimonte subite… “La serie B è questa: un campionato bellissimo e mai scontato. Il Bari è una squadra che, se raggiungesse i playoff, otterrebbe un ottimo risultato. Per la promozione diretta ci sono squadre più attrezzate”.

Sabato si affronteranno proprio Cesena e Bari, che partita si aspetta e chi vede favorito? “Nella gara d’andata, un pareggio sarebbe stato più giusto. Il Cesena ha fatto cinque mesi incredibili, poi ha avuto una flessione fisiologica. Nelle ultime due partite, si è rivista la squadra di inizio stagione. Una compagine difficile da affrontare e che in attacco ha un ragazzo (Shpendi, ndr) che scriverà pagine di calcio importanti”.

Il feeling tra i tifosi biancorossi e la società dei De Laurentiis è ai minimi termini per via della multiproprietà. Il tifoso del Bari non accetta di vedere la propria squadra come la succursale del Napoli… “L’ho detto prima: il Bari in serie B non ci sta bene o, al massimo, deve esserci da protagonista. Il tifoso barese si sente da serie A. Due anni fa, proprio con Mignani, si è sfiorata la promozione. È logico che per vincere in B in maniera netta bisogna investire, ma serviva una punta ed è arrivata: Bonfanti è un attaccante importante per la categoria”.

 

 

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