La Camera del Lavoro Metropolitana di Bari, assieme a FILLEA e FIOM, esprime profondo cordoglio per la morte dell’operaio di 58 anni, colpito da un carico pendente all’interno del cantiere della centrale termica del Policlinico di Bari.
“Di fronte all’ennesima morte sul lavoro non possiamo limitarci collettivamente alla costernazione e al cordoglio, è necessario agire perché chi esce di casa la mattina per portare a casa dignitosamente il proprio salario, la sera possa farvi ritorno sano e integro. La giungla dei subappalti è mortale, continuiamo a ribadirlo: in un cantiere di modeste dimensioni erano attive più di 4 aziende tra fornitura di mezzi, movimento terra e manodopera in subappalto”. è il commento del segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Bari, Domenico Ficco. “La rilevazione Inail è ferma a novembre 2024 e ci dice che in undici mesi le morti in Terra di Bari sul lavoro sono state 13, e le denunce di infortunio quasi 26.000, significa una media 77 casi al giorno. Una guerra a bassa intensità che reclama interventi concreti”.
Cita, il segretario Ficco, “la proposta che abbiamo avanzato al Comune di Bari di un protocollo sugli appalti pubblici, aperto a tutti i soggetti con dentro anche Procura, Questura, Asl e Ispettorato, che interviene anche sulla materia dei subappalti. Così come aspettiamo la decisione della Consulta sui quattro referendum sul lavoro per i quali la Cgil ha raccolto oltre un milione e mezzo di firme, con uno dei quattro che prevede l’abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Sono solo alcune delle misure possibili: serve innalzare la cultura della sicurezza, essere meticolosi nel verificare la formazione che devono svolgere anche i conduttori d’impresa e ogni lavoratore. Vanno potenziati gli organici ispettivi definendo una volta per tutti un coordinamento di tutti i soggetti preposti – altro che ispezioni concordate -, e allo stesso vanno sanzionate in modo serio quelle imprese che non rispettano le norme, una vera patente a punti non quella approvata dove pure a fronte di gravi responsabilità basta seguire alcuni corsi per poter tornare a lavorare”.
Se è vero quanto affermato dalla Presidente del Consiglio durante la presentazione della relazione Inail alla Camera, conclude Ficco, “e cioè che la sicurezza è una priorità del Governo, che è un diritto e non va guardata come un costo, che allora sia coerente. Si intervenga sulle leggi che hanno reso il lavoro precario, perché più si è precari più si è ricattabili. Cancelliamo il subappalto a cascata. Permettiamo ai lavoratori di eleggere in tutti i luoghi i propri rappresentanti per la sicurezza. Obblighiamo le imprese ad applicare i contratti firmati dalle organizzazioni più rappresentative per accedere ad appalti e finanziamenti pubblici. Altrimenti quelle parole rimarranno cinica propaganda, mentre si sbandierano dati di crescita del Paese, una crescita costruita anche sui mille morti che ogni anno conta sul lavoro questo Paese.”