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Inquinamento ambientale, sequestrato stabilimento a Monopoli

Indagato il legale rappresentante, è accusato di vari reati

Pubblicato da: redazione | Mar, 7 Gennaio 2025 - 18:07

Il personale della Guardia Costiera, dopo una lunga e articolata indagine delegata dal pool ambiente della Procura della Repubblica, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti del legale rappresentante di uno stabilimento industriale a Monopoli, accusato di numerosi reati ambientali. Il sequestro riguarda un’area di circa 10.000 metri quadrati, situata nella periferia della città, dove lo stabilimento si occupa principalmente di trattamenti e finiture di alluminio e semilavorati. Le indagini erano partite nel 2021, a seguito di segnalazioni su diffuse emissioni di odori molesti che avevano creato allarme sociale e malessere tra la popolazione.

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L’attività investigativa, che ha coinvolto anche un ingegnere ambientale come Ausiliario di Polizia Giudiziaria, ha portato a un quadro indiziario grave. Sono emersi diversi reati ambientali e omissioni documentali che avrebbero consentito un vantaggio economico illegittimo, derivante dal risparmio sui costi delle procedure di sicurezza ambientale non attuate. La misura del sequestro preventivo si è resa necessaria per evitare il rischio di reiterazione del reato e per prevenire un possibile aggravamento della situazione.

L’indagato, al momento a piede libero, è accusato di vari reati, tra cui l’inquinamento ambientale per il deterioramento di acque, aria e suolo, l’esercizio dell’attività senza la necessaria Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), e l’abbandono e gestione illecita di rifiuti. Le indagini hanno rivelato anche l’illegale miscelazione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, scarichi abusivi di acque reflue contenenti sostanze pericolose, e l’emissione di gas e vapori dannosi per l’ambiente e la salute pubblica. Inoltre, sono emerse violazioni delle normative antincendio e sanitarie, con l’omessa presentazione di richieste obbligatorie per la conformità antincendio e per le attività che producono emissioni di sostanze insalubri. Lo stabilimento, inoltre, risultava in condizioni igienico-sanitarie precarie. Le indagini sono ancora in fase preliminare e necessitano di una verifica processuale in contraddittorio con la difesa dell’indagato.

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