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Siccità e import selvaggio, la lunga sfida dell’agricoltura pugliese

Nel 2024 ottimi risultati raggiunti nel settore olivicolo e dell’uva da tavola

Pubblicato da: redazione | Lun, 23 Dicembre 2024 - 13:07

L’agricoltura pugliese nel 2024 supera i 4 miliardi di euro, guadagnando il 5% di Produzione Lorda Vendibile rispetto all’anno precedente, grazie alle ottime performance del settore olivicolo e oleario e dell’uva da tavola che hanno compensato le forti perdite registrate dal comparto cerealicolo, dalla frutta soprattutto dagli agrumi e dalle piante industriali, a causa della siccità e dei 154 eventi estremi che hanno falcidiato i campi.  E’ quanto emerge dall’analisi dei dati settore per settore di Coldiretti Puglia, diffusa in occasione del bilancio dell’annata agraria di fine anno, con un 2024 difficile per la morsa della siccità che ha stretto campi e stalle per l’intero anno, sotto la minaccia della fauna selvatica dai cinghiali ai lupi e reso critico da un difficile scenario internazionale e di manovre speculative che incidono sull’agroalimentare Made in Puglia.

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Una agricoltura resiliente quella pugliese, che sta resistendo alle avversità climatiche e geopolitiche – afferma Coldiretti Puglia – contenendo le perdite anche sul fronte delle cessazioni, considerato che perde nel 2024 lo 0,03% delle aziende nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, secondo i dati relativi al terzo trimestre di Movimprese. L’aumento in valore dell’agroalimentare pugliese è determinato principalmente dall’andamento del settore olivicolo e oleario, con il raccolto delle olive in Puglia crollato del 40% rispetto all’anno precedente a causa della siccità e della campagna di scarica, ma con un valore unitario delle olive che ha sfondato quota 1 miliardo di euro, ma anche il valore dell’olio risulta elevato. La siccità non ha inciso sensibilmente solo sull’uva, per cui si registrano performance ottime dell’uva da tavola – aggiunge Coldiretti Puglia – con un leggero aumento delle produzioni e con mercati che hanno risposto molto bene rispetto all’offerta di apirene ma anche delle uve con semi pugliesi, con una PLV di quasi 643 milioni di euro. Anche l’uva da vino ha tenuto, dopo la disastrosa campagna dell’anno scorso a causa della peronospora, con i prezzi che nonostante le difficoltà iniziali non sono crollati, anche grazie alle prime risposte alle modifiche dei disciplinarti delle IGP, ma restano le preoccupazioni per l’andamento di mercato dei vini rossi.

Agonia lenta e al momento introvertibile per il settore lattiero, con altre 13 stalle chiuse in Puglia da dicembre 2023 a giugno 2024, una perdita incolmabile causata dall’aumento dei costi di produzione e gestione, a cui non corrisponde più una equa remunerazione del prezzo del latte alla stalla, che non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori.

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