Parlare di crisi dopo due sconfitte in campionato è senz’altro prematuro, senza tralasciare la buona posizione in classifica del Bari, ancora in zona playoff. Sicuramente, la prestazione offerta dai biancorossi contro il Sudtirol ha lasciato molto a desiderare e sono stati davvero pochi i segnali incoraggianti emersi nell’arco del match. Contro gli uomini di Castori, si è vista una squadra incapace di creare gioco e, di conseguenza, occasioni da rete, che ha palesato enormi falle difensive.
Ma ciò che dovrebbe preoccupare la piazza barese non sono le due sconfitte consecutive contro Pisa e Sudtirol, bensì l’evidente e repentina involuzione della squadra allenata da Moreno Longo che, col passare delle giornate, sembra sempre più simile a quella dello scorso anno. Ed è questo il vero elemento allarmante di questo scorcio di stagione.
Il Bari edizione 2024/25 aveva ben impressionato sin dalle amichevoli estive, mostrandosi sbarazzino, aggressivo e anche bello da vedere. Sicuramente, ad inizio campionato si è raccolto meno di quanto si meritasse, ma la formazione di Longo lasciava ben sperare. Purtroppo, quel Bari è letteralmente ‘sparito’ dopo la gara contro il Catanzaro, perché, dalla gara successiva contro lo Spezia, si è vista una compagine diversa sia nell’atteggiamento tattico che motivazionale. Eccezion fatta per la vittoria di Salerno (agevolata dal suicidio tattico di Martusciello), nelle partite successive la squadra di Longo ha perso brillantezza, fiducia e, soprattutto, “fame”.
È vero, sono arrivate vittorie importanti e pesanti come quelle contro il Cesena o il Cittadella, ma ai 3 punti non sono seguite le prestazioni: questo non è più il Bari di inizio stagione e i motivi potrebbero essere molteplici, fermo restando che solo Moreno Longo ed il suo staff possono avere gli elementi necessari per comprenderlo fino in fondo
Molto probabilmente, alla base c’è un problema di condizione fisica: per giocare in maniera aggressiva come accadeva ad inizio stagione, bisogna essere al top della forma. In secondo luogo, la scarsa vena realizzativa degli attaccanti finisce per penalizzare l’intera squadra perché non si riesce a concretizzare quanto si produce. A questo aggiungiamoci il morale sotto i tacchi dei vari Manzari, Sgarbi o Maiello, ormai quasi spariti dai radar di mister Longo e pronti a cambiare aria nella prossima finestra di calciomercato. Infine, aspetto da non tralasciare è quello legato alle motivazioni: il calciatore vive di emozioni e, anche chi veste la maglia biancorossa, non può restare indifferente di fronte al clima di apatia che avvolge tutto l’ambiente Bari.
Troppo facile aggrapparsi ai 14 risultati utili consecutivi (che restano un traguardo importante raggiunto da Longo e i suoi ragazzi), ma con le statistiche non si vincono i campionati. Per il momento sarebbero da evitare i catastrofismi, anche perché in serie B basta veramente poco per sprofondare. Ma i segnali preoccupanti ci sono e non bisogna sottovalutarli. Per fortuna, dopo le partite contro il Palermo e lo Spezia, ci sarà la pausa invernale, con i galletti che torneranno in campo il 12 gennaio per affrontare la Reggiana al ‘Mapei Stadium’. L’ideale sarebbe ottenere dai 2 ai 4 punti nelle ultime due gare per scacciare via i fantasmi.
Determinante, infine, sarà l’operato della società dei De Laurentiis sul calciomercato, nella speranza che nessun pezzo pregiato faccia le valigie (magari con destinazione Napoli) e che le scelte del duo Magalini – Di Cesare si rivelino indovinate. Sì, perché vista la scarsa propensione dei De Laurentiis ad investire nel Bari, non ci si può che affidare alla bravura e alle intuizioni degli uomini mercato biancorossi.
foto Ssc Bari