(Nicola Lucarelli) Dimenticare la sconfitta di Pisa e riprendere il cammino in campionato per consolidare la posizione nella griglia playoff. Con questi obiettivi, il Bari torna a giocare al ‘San Nicola’ per affrontare il SudTirol, fanalino di coda del campionato cadetto. Per trattare i vari temi di questa gara, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Sudtirol, vale a dire Simone Motta che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Simone Motta, una vita da bomber iniziata nel settore giovanile dell’Udinese e terminata nel Lumignacco…
“Credo d’aver preso da mio padre perchè anche lui è stato un calciatore e giocava nel ruolo di attaccante. Sin da piccolo è stato il mio modello”.
A quali attaccanti si è ispirato nel corso della sua carriera?
“L’idolo della mia infanzia è stato Marco Van Basten, ma il calciatore che mi ha ispirato maggiormente è stato Alessandro Del Piero: avevamo caratteristiche simili”.
Nella sua carriera ha sempre militato in formazione del Nord Italia, con l’unica eccezione di Bari…
“Non sono mai state scelte volute o legate alla mia famiglia. Semplicemente, mi sono messo in mostra in campionati o gironi del Nord Est, attirando le attenzioni di club come il Sudtirol. La stagione negativa di Bari non mi ha permesso di farmi conoscere anche al Sud”.
Tra le esperienze più prolifiche, quella con la maglia del Sudtirol, prossimo avversario del Bari. Dal 2000 al 2002 per un totale di 55 presenze e ben 30 gol…
“Nella stagione precedente in serie D divenni capocannoniere e la società bolzanina iniziò ad interessarsi a me. In seguito il mio direttore sportivo si trasferì proprio al Sudtirol e decise di portarmi con lui”.
Ma Simone Motta, di gol ne ha realizzati anche con le maglie del Pordenone, Teramo, Pistoiese o Novara. A Bari invece, tante difficoltà…
“Mi dispiace non aver sfruttato l’occasione, perchè non capita a tutti i calciatori provenienti dalla serie C di giocare in piazze come quella di Bari. Sono stati tanti i fattori che non mi hanno permesso d’esprimermi al meglio. Innazitutto era il mio primo campionato di B, anche se sono giunto in Puglia con il titolo di capocannoniere del torneo di C. Avevo 26 anni ma non ero ancora maturato del tutto dal punto di vista calcistico. A questo poi aggiungiamoci la situazione non facile del Bari in quel periodo: c’era molta confusione”.
Con la maglia biancorossa realizzò 6 reti. Quale marcatura ricorda con più piacere?
“Sicuramente il primo, quello segnato al ‘San Nicola’ contro la Triestina del mio ex tecnico Tesser. Vincemmo 4-1. Portai palla sino al limite dell’area, rientrai facendo finta di calciare di destro e tirai col sinistro e la misi ‘a giro’ sul secondo palo. Un gol alla Del Piero…”.
Ha appeso le scarpe al chiodo nel 2017 all’età di 40 anni. Attualmente è ancora nel mondo del calcio?
“Dopo aver lavorato per sei stagioni nel settore giovanile del Pordenone, ora alleno un club di promozione, il Ronchi”.
Il Bari di Moreno Longo è reduce dalla sconfitta contro il Pisa che ha interrotto una striscia di 14 risultati utili consecutivi. Una sconfitta che potrebbe avere ripercussioni a livello di motivazioni?
“Credo proprio di no perchè, se la squadra è riuscita ad inanellare ben 14 risultati utili consecutivi, vuol dire che è già consapevole della propria forza e dei propri mezzi. Tra l’altro, la sconfitta è giunta contro una delle formazioni più in forma del campionato”.
Ma oltre il Pisa, anche Spezia a Sassuolo stanno disputando un campionato a parte con il forte rischio che i playoff possano saltare. Una rarità in un campionato livellato come quello cadetto…
“Manca ancora un girone intero e la serie B riserva sempre tante sorprese. Forse solo il Sassuolo potrebbe continuare su questi ritmi, ma le altre due formazioni, non credo possano conservare un margine così ampio o addirittura incrementarlo”.
Intanto sabato c’è Bari Sudtirol. Partita sulla carta agevole per i galletti, viste le grandi difficoltà della squadra bolzanina…
“Non sarà una partita facile per il Bari perché in serie B non ce ne sono. Poi il Sudtirol ha anche cambiato allenatore affidandosi ad un tecnico esperto e capace come Castori. Sarà un match aperto dove potrebbe succedere di tutto”.
E anche stavolta l’ex Andrea Masiello non ci sarà. Una situazione grottesca. Ritiene giusto che il difensore del Sudtirol giochi ancora a calcio?
“Premetto che non lo conosco, ma credo sia stato ingiusto aver permesso a Masiello di poter tornare a giocare dopo la squalifica. Ci sono dei miei ex compagni che, solo per essere stati coinvolti, hanno smesso di giocare a 30 anni e si sono dovuti reinventare un lavoro. E poi c’è chi, come Masiello, ha commesso e confessato delle combine e ha giocato addirittura in serie A”.
(Foto Pordenone calcio)