Dopo il servizio di “Mi manda Rai Tre” girato il 25 ottobre e trasmesso il 9 novembre, dove si denunciavano le condizioni in cui veniva effettuata l’attività di ristorante in casa dalla signora Nunzia, conosciuta per le orecchiette, arriva il provvedimento del Comune di sospensione dell’attività per mancanza di Scia sanitaria e la multa di 5mila euro. Come detto e come si legge nell’ordinanza comunale, la sanzione e il provvedimento sono arrivati dopo l’acquisizione delle immagini della trasmissione televisiva. “Nella circostanza di tempo e luogo, così evidenziata durante la ripresa televisiva, si constatava la somministrazione di alimenti e bevande agli avventori, tra cui gli stessi giornalisti della predetta trasmissione, seduti al tavolo presente all’interno dell’abitazione”, si legge nell’ordinanza.
La replica
Riceviamo e pubblichiamo la replica dell’avvocato Francesco Mastro:
“Scrivo in nome e per conto della Sig.ra Nunzia De Scalo, diffusamente conosciuta come Nunzia delle Orecchiette”. In data odierna è stato pubblicato un articolo sulla vostra testata col roboante titolo “Bari, sospesa l?attività di Home restaurant di Nunzia”. L’articolo, che si è rivolto a tutto il pubblico nazionale, riporta una notizia “assolutamente” falsa. Non è mai stata né elevata né notificata alcuna sanzione, né pecuniaria, né ordinativa. Non solo, non esiste alcuna pubblicazione sul portale del comune di Bari riferibile alla mia assistita, ma, cosa più grave, la mia assistita non ha mai subito alcuna ispezione dei Vigili Urbani della polizia annonaria.
Tale notizia ha gravemente leso l’onore, la professionalità e la dignità della mia assistita, la quale si riserva ogni opportuna azione a tutela della propria immagine, gravemente, ingiustamente lesa. Si ricorda che una notizia deve prima di tutto osservare l’obbligo della continenza e il rispetto della privacy.
La precisazione del direttore
Nell’articolo menzionato non si è mai parlato di una ispezione dei vigili urbani, quindi quanto viene riportato dal legale non corrisponde al vero. Abbiamo parlato di una ordinanza del Comune, pubblicata sull’albo pretorio del Comune, nella quale si fa chiaro riferimento al servizio di “Mi manda Rai Tre”, dal quale sono state acquisite le immagini e la ripartizione comunale ha effettuato una istruttoria. Istruttoria che ha poi portato alle sanzioni su menzionate.