Dal fascino alla tradizione, oggi siamo ad Acquaviva delle Fonti, un borgo che sa incantare chiunque decida di visitarlo. Situato nell’entroterra barese, il paese deve il suo nome alle abbondanti falde acquifere che scorrono nel sottosuolo, un simbolo di prosperità e vita che ha accompagnato questa comunità fin dalle sue origini. Ma Acquaviva è molto più di un semplice borgo: è un luogo dove la storia, la cultura e i sapori si fondono armoniosamente, creando un’esperienza unica per chi la esplora.
Un viaggio nella storia di Acquaviva
Le origini di Acquaviva delle Fonti risalgono a tempi lontani, addirittura al IV-V secolo, quando i primi insediamenti umani si stabilirono nei pressi della collina di Salentino. Gli scavi archeologici condotti negli anni Settanta hanno riportato alla luce antiche abitazioni e resti umani, tracce tangibili di una comunità già fiorente in quei secoli remoti. Durante il Medioevo, il borgo subì le incursioni barbariche, venendo poi conteso tra Longobardi e Saraceni. Fu l’imperatore Ludovico II a liberare definitivamente la città, che attraversò successivamente un susseguirsi di dominazioni, dagli Angioini agli Aragonesi, fino ai Borbone. Solo nel 1861, con l’unità d’Italia, Acquaviva entrò a far parte del nuovo Regno, conservando però nel tempo le sue radici e le sue tradizioni.
I tesori architettonici e artistici
Passeggiando per le strade di Acquaviva, si viene rapiti dalla bellezza dei suoi monumenti. Tra i più significativi spicca la cattedrale di Sant’Eustachio, una delle quattro basiliche palatine della Puglia. Questo gioiello architettonico, la cui costruzione fu completata nel 1594, custodisce le reliquie del santo patrono ed è un luogo di grande devozione per gli abitanti. Non meno affascinante è il Palazzo De Mari-Alberotanza, un’imponente residenza nobiliare costruita nel XVII secolo su progetto dell’architetto genovese Riccobuono. Con i suoi tre balconi scenografici e gli oltre cento ambienti interni, il palazzo rappresenta un esempio straordinario di eleganza barocca e testimonia il ruolo centrale che Acquaviva ha avuto nella storia della regione.
Un’eccellenza gastronomica: la cipolla rossa
Tra le peculiarità di Acquaviva, impossibile non menzionare la sua cipolla rossa, un prodotto agricolo unico che ha reso il borgo celebre in tutta Italia. Questa cipolla, dolce e dalla caratteristica forma appiattita, si distingue anche per le sue sfumature di colore, che vanno dal violaceo esterno al bianco interno. La sua coltivazione segue ancora oggi metodi tradizionali: la semina avviene al tramonto a settembre, mentre la raccolta è un rito che si svolge tra luglio e agosto. Questa specialità è anche protagonista della Sagra del calzone di cipolla, un evento annuale dove i visitatori possono degustare piatti della tradizione pugliese preparati con questo ingrediente d’eccezione. È un’occasione perfetta per immergersi nei sapori autentici del territorio e scoprire nuove sfumature della cucina locale.
Feste e tradizioni da vivere
Acquaviva delle Fonti è un borgo che ama celebrare le sue tradizioni. Tra gli eventi più sentiti c’è la festa di Sant’Eustachio, che si tiene il 20 maggio. Le reliquie del santo, custodite nella cattedrale, vengono venerate durante una serie di celebrazioni che uniscono fede e folklore. Un altro appuntamento imperdibile è la festa di Maria Santissima di Costantinopoli, che si svolge il primo martedì di settembre. Durante questa celebrazione, uno dei momenti più spettacolari è il lancio del pallone aerostatico, un evento che lascia tutti con il naso all’insù, affascinati da questa antica tradizione che riunisce l’intera comunità.