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Nodo ferroviario a nord di Bari, tagliati 608 milioni di euro

Definanziata l'opera attesa da anni nei quartieri Palese e Santo Spirito. Leccese: "Sono vent’anni che Bari attende la realizzazione di quest’opera"

Pubblicato da: redazione | Mer, 11 Dicembre 2024 - 12:53

Il  Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ha definanziato, tagliando 608 milioni di euro, il nodo ferroviario a nord di Bari.  Il taglio sarebbe stato dovuto “a ritardi eccessivi che hanno portato a non raggiungere gli impegni di spesa giuridicamente vincolanti”, come previsto da due decreti del 2019 e del 2022.

Si tratta di un’opera attesa da decenni che prevede la realizzazione di una linea a doppio binario lunga circa 11 chilometri in variante rispetto all’attuale in esercizio, che si svilupperà quasi interamente sotto il piano campagna e nell’area compresa tra l’aeroporto internazionale di Bari e il comune di Giovinazzo.
Il progetto (da 970 milioni di euro)  prevede, oltre alla realizzazione della nuova stazione di Santo Spirito–Palese in località San Pio, anche una seconda fermata a servizio dell’aeroporto in prossimità del quartiere Palese, nell’area compresa tra il cimitero di Palese e la statale 16, tra Strada Torre di Brengola e via Modugno.

«Ha dell’incredibile – commentano la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, il segretario generale della Filt Cgil regionale, Gianni De Lello, e il segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Bari, Domenico Ficco – che nella riunione dello scorso 29 novembre del Cipess, tra i progetti definanziati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti vi sia anche quello relativo al cosiddetto nodo ferroviario Bari Nord. Si manda in fumo un progetto che si attende da oltre 20 anni e che incide sulla qualità, la sostenibilità e la sicurezza del trasporto su ferro dell’area metropolitana di Bari e che andrebbe a migliorare i collegamenti lungo tutta la dorsale regionale”. «Bisogna attivare quanto prima la cabina di regia per capire le cause che hanno portato a questa decisione e se vi sono strade alternative per un finanziamento che vale circa 700 milioni di euro», chiedono Bucci, De Lello e Ficco. «Assurdo che si prosegua con tagliare finanziamenti al Mezzogiorno, fondamentali da punto di vista infrastrutturale per favorire quei processi di coesione territoriale che sono l’obiettivo principale del Pnrr e degli altri fondi comunitari. Vogliamo che qualcuno si assuma le responsabilità per questo definanziamento gravissimo anche in termini di mancata ricaduta occupazionale che avrebbe avuto».

«Vogliamo sapere ora quali strade alternative vi sono per non disperdere un lavoro ventennale. Il Governo, Rfi e la Regione – conclude la nota – ci diano spiegazione e avviino al più presto un confronto allargato alle parti sociali. Auspicando infine che queste risorse restino comunque nelle disponibilità della Puglia e non vengano dirottate per interventi di altro tipo e per altri territori».

In merito al rischio di definanziamento delle opere del Nodo ferroviario a nord di Bari, il sindaco Vito Leccese così commenta:

“Le notizie sul definanziamento, da parte del CIPES, del nodo ferroviario a nord non ci lasciano affatto tranquilli, ma sappiamo che RFI sta continuando a lavorare sulla progettazione, attualmente in Conferenza di servizi, ed è in attesa degli ultimi pareri. Si tratta certamente di un lavoro complesso per un’opera ancora più complessa ma altrettanto strategica, ed è questa la ragione per cui la città di Bari non intende rinunciarvi, né intendiamo continuare a subire mortificazioni che contribuiscono a pregiudicare il benessere e il futuro stesso del nostro territorio e delle nostre comunità.

Non importa come, ma è fondamentale che il finanziamento venga confermato, altrimenti ci sarà una mobilitazione dell’intera città, perché non sono solo i cittadini di due quartieri ad attendere da vent’anni questo progetto, ma un intero territorio. Lo chiediamo a Rfi, al Ministero dei Trasporti e a tutte le parti in causa che hanno preso un impegno con noi.

Sono vent’anni che Bari attende la realizzazione di quest’opera e, con essa, la risoluzione di problemi annosi che si sono trascinati fin troppo.

Per questo chiediamo di avere al più presto notizie sui tempi e sugli impegni presi”.

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