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Bari contro la movida “selvaggia”: limite alle aperture

Nelle zone "tutelate": si lavora ad una mappatura e ad un nuovo regolamento

Pubblicato da: redazione | Ven, 29 Novembre 2024 - 09:55

Limitare le aperture di nuove attività nelle zone “tutelate”. Il  Comune ha presentato la prima bozza del regolamento  per l’insediamento di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in alcune aree sottoposte a tutela, elaborato dal gruppo di lavoro comunale nominato dal sindaco Vito Leccese e composto dal direttore della Polizia locale, dal direttore della ripartizione Governo e sviluppo del territorio, dal direttore della ripartizione Ambiente, dal direttore del Municipio I, dal direttore dello staff direzione generale e dal direttore del settore Polizia annonaria e attività produttive, con funzione di coordinamento.

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Il documento intende disciplinare l’insediamento delle attività di somministrazione di alimenti e bevande e delle attività artigianali alimentari per il consumo sul posto, rispettando la normativa comunitaria e legislativa nazionale. L’obiettivo è bilanciare l’interesse delle imprese con quello della collettività, salvaguardando l’ordine pubblico, la sicurezza, la salute, l’ambiente e il patrimonio storico-artistico.

Con il regolamento, quindi, si potranno individuare aree del Comune di Bari da Sottoporre a Tutela (AST) e Aree da Sottoporre a Elevata Tutela (ASET), soggette a un regime autorizzatorio specifico per l’apertura e il trasferimento di attività, al fine di garantire la qualità del servizio e la sostenibilità sociale e ambientale. Sono escluse dall’applicazione del regolamento le attività di somministrazione di alimenti e bevande presenti:

· negli esercizi annessi a strutture ricettive come alberghi e pensioni;

· nei locali con attività di spettacolo, intrattenimento, sale da gioco, impianti sportivi, cinema, teatri, ecc.;

· nelle aree di servizio delle strade principali e delle autostrade, nelle stazioni dei mezzi di trasporto pubblico e sui mezzi di trasporto pubblico;

· presso gli impianti di distribuzione carburanti;

· nelle mense aziendali, circoli cooperativi e altre attività non aperte al pubblico;

· strutture come ospedali, scuole, caserme, strutture di accoglienza e simili, nei limiti dei loro compiti istituzionali e senza fini di lucro;

· nei centri polifunzionali e nelle attività temporanee;

· al domicilio del consumatore.

Nelle aree tutelate le aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e delle attività artigianali alimentari per il consumo sul posto saranno soggette a una specifica disciplina autorizzatoria. Queste aree saranno individuate sulla base di indicatori territoriali e dell’analisi degli indicatori di criticità di contesto territoriale. Gli indicatori per valutare le autorizzazioni riguarderanno le “caratteristiche del contesto urbano”, dal quale discenderà la indicazione delle aree, e la “qualità del locale e del servizio”, che consentirà di rilasciare l’autorizzazione.

Gli indicatori di criticità di contesto territoriale sono i seguenti:

· distribuzione delle attività di somministrazione di alimenti e bevande;

· distribuzione della popolazione residente con classe di età ≥ 50 anni;

· presenza di “luoghi sensibili” distinti in edifici (scuole di ogni ordine e grado, ospedali, case di cura e di riposo, RSA, convitti e dormitori, ecc.) e nelle aree a verde (giardini, parchi urbani, ecc.);

· presenza di zone di pregio artistico, storico e architettonico;

· quantità di rifiuti urbani prodotti;

· numero dei verbali elevati dalla Polizia Locale.

Per ottenere l’autorizzazione nelle zone tutelate, bisognerà raggiungere un punteggio minimo basato su vari indicatori:

· livello di concentrazione delle attività presenti;

· distanza dall’attività più prossima;

· prossimità a immobili destinati a residenze protette, RSA, ospedali, luoghi di culto, scuole;

· orario di apertura;

· equilibrio tra superficie di somministrazione/vendita e capacità di ospitare avventori;

· accessibilità alle persone con disabilità;

· insonorizzazione dei locali;

· presenza e caratteristiche delle occupazioni esterne (plateatico);

· perseguimento di pratiche di sostenibilità ambientale.

“L’obiettivo dell’amministrazione comunale è da un lato tutelare la qualità della vita in alcuni quartieri in cui negli anni si è verificata una densificazione delle attività di somministrazione, dall’altro stimolare nuove economie in altre zone della città che possono ancora offrire spazi e occasioni di animazione – ha dichiarato l’assessore Pietro Petruzzelli -. Quello odierno è stato solo un primo passaggio con i rappresentanti delle categorie per condividere il lavoro fatto e ricevere integrazioni migliorative, che valuteremo e inseriremo nel documento finale da sottoporre alla discussione e al vaglio del Consiglio comunale. Crediamo che questo strumento possa aiutarci a definire una migliore vivibilità di tutta la città e una più equa diffusione e attrattività nel contesto urbano”.

“Per quanto ci riguarda siamo pronti a mettere in campo tutta la collaborazione necessaria a far sì che la città sia accogliente per i turisti e gli avventori, ma soprattutto vivibile per i cittadini baresi – ha aggiunto l’assessore Carla Palone -. In queste settimane con gli agenti della Polizia locale e il settore Annona stiamo facendo un lavoro straordinario di presidio del territorio per il rispetto delle disposizioni sindacali, ma anche di collaborazione e affiancamento per tutte quelle attività che vogliono lavorare nel rispetto delle regole. Ci auguriamo che questo regolamento possa servire ad armonizzare gli insediamenti economici e a valorizzare tutte le zone della città in fase di rigenerazione”.

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