(di Nicola Lucarelli) Parola d’ordine continuità. Dopo aver ottenuto due vittorie consecutive contro Salernitana e Cittadella, il Bari si reca a Brescia alla ricerca di punti playoff. Le rondinelle, attualmente ottave in classifica a due punti di distacco dai biancorossi, sono reduci dal pareggio a reti inviolate contro la Juve Stabia. Per affrontare i vari temi del match e per analizzare il recente passato biancorosso, ci siamo rivolti ad un doppio ex di Brescia e Bari, vale a dire mister Pasquale Marino che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Mister Marino, a gennaio scorso, dichiarò che se il Bari fosse andato in A, avrebbe potuto anche smettere di allenare. Purtroppo le cose sono andate in maniera diversa, ma lei è pronto per tornare in pista?
“Sicuramente sì. Quella dello scorso anno fu una battuta perché, vincere il campionato di serie B a Bari, sarebbe stato il massimo. Ho tanta voglia di rimettermi in gioco”.
Quale progetto le piacerebbe sposare? C’è qualcosa che bolle in pentola?
“Aspetto situazioni che mi possano far divertire. Le richieste che ho avuto sino a questo momento non mi hanno soddisfatto. Non voglio fare salti nel buio, ma fare solo l’allenatore”.
Nella sua carriera di tecnico ha guidato tanti club e ottenuto diversi successi. Quali i più significativi?
“Sono partito dalla Sicilia vincendo campionati dalla serie D. Poi sono arrivato a Catania dove ho vinto il campionato di serie B al primo tentativo. Ma il ciclo più entusiasmante è stato quello di Udine con il raggiungimento dei quarti di finale di Coppa Uefa e due settimi posti in serie A”.
Tra le varie esperienze in panchina, c’è anche quella alla guida del Brescia, prossimo avversario del Bari in campionato…
“Una parentesi molto breve anche per i rapporti difficili col presidente. Venni esonerato dopo la sosta natalizia e non dopo una partita persa. Ma Brescia è una piazza meravigliosa e molto passionale: meritano la serie A”.
Nella scorsa stagione invece, l’avventura alla guida del Bari. A distanza di mesi, come la valuta?
“L’impatto fu positivo perchè raccogliemmo 8 punti in 4 partite. Quando sono stato esonerato, la squadra era a 5 lunghezze dalla zona playoff e con un vantaggio di 5 punti dalla zona playout. Poi la salvezza si è raggiunta all’ultimo respiro contro la Ternana. Traete voi le conclusioni. Viste le tante problematiche e i vari infortuni, non si è fatto male: penso agli infortuni di Diaw o alle condizioni non ottimali di Puscas”.
Ci sono state scelte che non rifarebbe?
“Devo dire la verità. Non pensavo di trovare un clima di contestazione anche contro la dirigenza tecnica e il Ds Polito. Credevo che i malumori della piazza fossero solo nei confronti della società. Ma già nella conferenza stampa di presentazione, compresi come la situazione fosse diversa da quella che mi aspettavo. Si contestava Polito e quindi le sue scelte, sottoscritto compreso. Se avessi saputo prima del clima che c’era, probabilmente avrei rinunciato, anche per non mettere ancora più in difficoltà Polito. Non mi era mai successo di ricevere un’accoglienza simile: in genere si attendono prima i risultati. Il ds biancorosso non mi ha preso dalla strada, il mio curriculum parla chiaro. Ma già dalle domande che mi vennero poste in conferenza stampa compresi che c’era una brutta aria”.
Dopo di lei, anche Iachini ha fallito e la squadra si è salvata all’ultimo respiro. Quali le principali problematiche che ha trovato?
“Nella mia carriera di tecnico, mi è capitato di allenare squadre retrocesse dalla serie A. Ebbene, il Bari dello scorso anno, era nelle stesse condizioni di una squadra retrocessa, perchè la finale persa contro il Cagliari pesava ancora sull’umore dei ragazzi. C’era una clima di depressione che pesava sulla testa dei calciatori. Poi, se non arrivano neanche i risultati, tutto si complica e anche l’ambiente si surriscalda. C’erano critiche per qualsiasi cosa, non andava bene nulla. Ma non solo nella mia gestione, sia chiaro. Se poi aggiungiamo i vari infortuni come quelli di Menèz, Diaw o Maiello, tutto diventa molto difficile”.
Lo spogliatoio era dalla sua parte o c’era qualche crepa?
“Non ho mai avuto screzi con nessuno e non ho visto calciatori remare contro di me. Ho avuto un rapporto sereno con il gruppo squadra. I problemi erano altri”.
Dopo il suo esonero, destò particolare curiosità, una foto che la ritraeva insieme al suo predecessore Michele Mignani…
“Fu un incontro casuale. Stavo facendo colazione in un bar con Umberto Del Core, mio ex calciatore e incontrai mister Mignani. Ci fu uno scambio di battute ed entrambi esternammo il nostro dispiacere per quello che stava accadendo al Bari. Mignani è un ottimo allenatore”.
Che rapporto aveva col presidente De Laurentiis?
“Ottimo ed era molto presente. Quando giocavamo in casa cenava con noi e aveva un rapporto positivo con tutti. E’ un presidente abbastanza umile e che rispetta il lavoro dei suoi dipendenti: dai segretari all’addetto stampa, sino ai magazzinieri. Ci sentivamo spesso per telefono perché voleva essere sempre aggiornato sulla squadra. Credo che voglia bene al Bari e arrivare nella massima serie, sempre tenendo d’occhio i bilanci”.
Ha mai avuto la sensazione di allenare la seconda squadra della Filmauro?
“Assolutamente no! Se il Bari verrà promosso in serie A dovranno vendere. Poi, un conto è cedere la società nella massima serie, altra cosa è farlo in quella cadetta. Non hanno intenzione di vivacchiare: ho avvertito la voglia di andare in serie A. Altrimenti non sarebbero arrivati a pochi secondi dalla promozione due stagioni fa”.
E veniamo al Bari di Moreno Longo. Che idea si è fatto?
“Quella di Longo è una squadra che ha le idee chiare: sono ben organizzati e hanno raccolto meno di quanto meritassero. Poi c’è un clima diverso rispetto allo scorso anno: si contesta solo la società e non la dirigenza. Ma ci tengo a precisare che il sostegno verso la squadra non è mai mancato”.
Formazione biancorossa che subisce clamorosi cali di tensione, mettendo a repentaglio vittorie già in tasca…
“Qualche calo di tensione può capitare: magari si pensa d’aver messo la partita in ghiaccio, poi un episodio la riapre e arriva un pò di ansia. Si deve lavorare sulla testa dei calciatori, ma questo Bari ha la sua identità ed è questo l’aspetto più importante”.
Dopo l’ottima annata scorsa, in questa stagione, Sibilli si sta rivelando meno incisivo. Il campionato dello scorso anno è stato un’eccezione?
“Non credo perché è nel pieno della maturità calcistica. Lo scorso anno, nelle situazioni più difficili, ci ha messo tanto del suo. E’ un calciatore molto fantasioso e anche in questo campionato lo sta dimostrando. Senza dimenticarci l’infortunio ad inizio stagione. Ne vorrei tanti in squadra di calciatori forti e tecnici come Sibilli”.
Intanto è tornato Maiello…
“Sono contento per lui. Lo scorso anno, appena arrivai, si infortunò nella gara contro il Modena. Per recuperare dall’infortunio aveva bisogno di giocare con continuità. Adesso è tornato e potrà dare una grande mano al Bari”.
Sabato c’è Brescia – Bari, che partita si aspetta?
“Una partita molto equilibrata. Il Brescia è partito bene, mentre ora sta vivendo un periodo di flessione. Mi aspetto equilibrio sia dal punto di vista tattico che dell’intensità”.
(Foto SSc Bari)