Garantire una retribuzione minima nei contratti pubblici regionali: è questo l’obiettivo della nuova Legge Regionale 30, promulgata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e pronta per la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale. La normativa, di fatto, stabilisce che la Regione, insieme a enti come le aziende sanitarie locali, le aziende ospedaliere, le società Sanitaservice, le agenzie regionali e gli altri organismi strumentali, debba includere in tutte le procedure di gara l’obbligo di applicare al personale impiegato contratti collettivi nazionali pertinenti all’attività svolta, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative, garantendo però eventuali trattamenti economici più favorevoli.
Un punto centrale della legge è l’introduzione di un trattamento economico minimo inderogabile di 9 euro all’ora. Gli enti regionali sono inoltre tenuti a verificare, durante le procedure di gara, che i contratti offerti rispettino questa soglia e forniscano ai lavoratori tutele equivalenti a quelle previste dal contratto indicato dalla stazione appaltante. In caso di dichiarazioni divergenti da parte degli operatori economici, si procederà a verifiche in base all’art. 11 del Codice degli Appalti.
“La Regione Puglia ribadisce il proprio impegno nella tutela dei diritti dei lavoratori – ha dichiarato il presidente Michele Emiliano – con questa legge riconosciamo la dignità del lavoro, garantendo nelle gare d’appalto un trattamento minimo di 9 euro all’ora e la corretta applicazione dei contratti collettivi”, ha concluso sottolineando che l’iniziativa mira a contrastare il fenomeno della povertà lavorativa e ad attuare pienamente quanto previsto dall’articolo 36 della Costituzione, che tutela il diritto a una retribuzione adeguata a garantire una vita libera e dignitosa per i lavoratori e le loro famiglie.
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