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Maah: “Multiproprietà a Bari? In Italia trovate sempre la soluzione”

Il 'doppio ex' ha raccontato le sue avventure nel Bari e nel Cittadella e analizzato il momento dei biancorossi

Pubblicato da: redazione | Ven, 22 Novembre 2024 - 17:53

(Di Nicola Lucarelli) –

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sanita.puglia.it

Esauriti gli impegni delle nazionali, torna il campionato di serie B con il Bari che ospiterà il Cittadella allo stadio ‘San Nicola’. Dopo l’importante successo ottenuto contro la Salernitana nell’ultimo turno, la formazione biancorossa riparte tra le mura di casa affrontando la formazione allenata da Alessandro Dal Canto. Per trattare i vari temi di questa gara, senza tralasciare il momento dei galletti, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Cittadella, vale a dire Robert Maah che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

Robert Maah, ha appeso le scarpe al chiodo nel 2021. Ora dove vive e di cosa si occupa?

“Vivo a Parigi e lavoro come procuratore di calciatori. Giro il mondo e qualche volta torno in Italia per degli incontri con esponenti di società calcistiche italiane. Tra qualche mese tornerò anche a Bari: la vostra città mi manca tanto”.

In Italia giunse nel 2004 al Faenza che la prelevò dal club francese del Laval. Come si è ritrovato nel Bel Paese?

“Inizialmente avrei dovuto firmare un contratto con un club di serie B. Ma, in quel periodo, molti club cadetti preferivano girare i calciatori nei campionati dilettantistici per pagare meno commissioni. Al Faenza mi portò il mio procuratore George Atanganà, agente anche di Kessie. Mi sono trovato molto bene nel club emiliano”.

Nel 2005 venne acquistato dal Bari e, dal campionato d’Eccellenza, si ritrovò in serie B. Come avvenne la trattativa?

“Nel capoluogo pugliese sono giunto grazie a Fausto Pari, direttore sportivo biancorosso in quel periodo. C’erano diversi club su di me, ma fu mio padre ad indirizzarmi verso il Bari perché conosceva lo stadio ‘San Nicola’ dato che, nei mondiali del 1990, il Camerun (mio paese d’origine) giocò alcune partite del girone eliminatorio”.

Con la maglia biancorossa ha collezionato 9 presenze e 1 goal. Si poteva fare di più?

“Ero molto giovane e non conoscevo bene il mondo del calcio. Il mio errore fu quello di lasciare Bari. Nel capoluogo pugliese stavo benissimo e avevo una grande voglia di giocare: dovevo restare e sicuramente sarei diventato un calciatore “da Bari”. Non riscontrai particolari difficoltà, anche perché venni accolto benissimo da tutti. Probabilmente, in quel periodo, c’era poco pazienza con i giovani”.

Si ricorda l’unica rete in biancorosso?

“Come potrei dimenticarla? Un gol di tacco contro il Verona al ‘San Nicola’ su assist di Gigi Anaclerio”.

Come si è trovato nella città di Bari e che legame aveva e conserva con i baresi?

“All’epoca parlavo anche il dialetto barese. Quella di Bari è stata un’esperienza fantastica: in città mi riconoscevano tutti anche perché, all’epoca, si vedevano poche persone di colore in giro. La gente mi voleva tanto bene”.

In quel Bari legò molto con Michele Anaclerio. C’è qualche aneddoto che vuole raccontarci?

“M’chèl è come un fratello per me. Una volta mi invitò a casa del nonno per farmi assaggiare le cozze, un ricordo fantastico. E dopo il mio primo gol in biancorosso, mi regalò una cintura di una nota marca. Quel Bari è stata una famiglia per me”.

Nel 2011 l’approdo al Cittadella. In terra veneta, le cose andarono decisamente meglio: 48 presenze e 9 reti…

“Ricordo che ogni volta che giocavo contro il Bari, andavo in gol. Esperienza positiva quella in veneto, ma in una realtà troppo tranquilla per me”.

E veniamo al Bari dei giorni nostri: segui le vicende dei galletti?

“Seguo il Bari e mi è dispiaciuto per com’è finita con il Cagliari due stagioni fa. Ora ci sono i De Laurentiis alla guida, ma col problema della multiproprietà è difficile salire in serie A. Ma, voi italiani, riuscite a trovare una soluzione per qualsiasi cosa”.

Domenica si gioca Bari Cittadella, da doppio ex come inquadra la sfida?

“Giocare contro il Cittadella non è mai semplice. Anche se non stanno disputando un buon campionato, hanno la giusta mentalità per poter dar filo da torcere a qualsiasi avversario. Ma viste le posizioni in classifica,  il Bari non può che puntare alla vittoria”.

Per chi farà il tifo?

“Il mio cuore dice Bari, senza dubbio. Il legame che ho con i colori biancorossi è troppo forte”.

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