Due mozioni sono state presentate alla presidenza del Consiglio comunale con prima firma Michele Laforgia, e sottoscritte da Antonello Delle Fontane, Italo Carelli, Francesca Bottalico, Victor Laforgia e Pasquale Lavopa. Alla conferenza stampa ha preso parte la vice sindaca Giovanna Iacovone.
La prima riguarda l’istituzione del salario minimo comunale. “In Puglia – spiega Michele Laforgia – abbiamo il 27,5 per cento di famiglie in povertà relativa, un milione di persone in condizioni di indigenza . Alcuni comuni, prima Firenze, poi Napoli, Foggia, Noicattaro e Conversano hanno adottato una delibera che vincola il comune negli appalti pubblici a fare rispettare i contratti collettivi nazionali di lavoro per il salario minimo o comunque a non scendere al di sotto di 9 euro all’ora. Bari non può rimanere inerte di fronte a questo problema”.
Seconda questione riguarda l’istituzione del garante per le persone private della libertà personale. “La nostra finalità – spiega ancora Laforgia – è di garantire non solo la dignità dei detenuti ma anche la sicurezza urbana. Un carcere completamente punitivo o separato dal territorio è un carcere che inevitabilmente diventa criminogeno. Si deve sempre ricordare che storicamente in Puglia le organizzazioni criminali sono nate nel periodo in cui furono trasferiti in Puglia i camorristi napoletani. La camorra in Puglia è nata in carcere. L’ente locale deve avviare una battaglia culturale di prossimità, non possiamo permettere un carcere invisibile e separato. Chiudere le mura e buttare la chiave è un fattore di rischio. A Bari situazione diversa nonostante il sovraffollamento, ma il problema del carcere resta una emergenza sulla quale il Comune deve fare il suo, avviando un canale di ascolto e fornendo collaborazione possibile per alleviare i problemi del carcere”.