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Bari, neonata morì per un’infezione: condannata la Asl

La neonata morì 20 anni fa nel Pediatrico

Pubblicato da: redazione | Ven, 22 Novembre 2024 - 09:00
Ospedale Pediatrico

Il giudice monocratico civile del Tribunale di Bari, Gianluca Tarantino, ha condannato la Asl Bari a risarcire (153mila euro, compresi interessi e rivalutazione, oltre spese legali) i genitori di una neonata morta 20 anni fa all’Ospedale pediatrico Giovanni XXIII dopo 18 giorni dalla nascita. La causa è stata avviata nel 2016 e si è conclusa il 18 ottobre 2024, con la pubblicazione della sentenza n. 4253. Il Tribunale, condividendo la tesi difensiva rappresentata dall’avvocato Ettore Gorini, ha in sintesi accertato che la piccola, figlia di una coppia della provincia di Bari, nata con una malattia cardiaca, fu sottoposta in ritardo a un intervento necessario che avrebbe dovuto essere eseguito subito dopo la diagnosi (corretta) fatta al momento dell’arrivo in ospedale e non dopo due giorni, come invece avvenne.

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Ad aggravare la situazione intervenne poi una infezione, per un batterio contratto in ospedale a seguito della ventilazione polmonare, che portò successivamente al decesso della piccola dopo solo 18 giorni di ricovero. La responsabilità della ASL Bari (all’epoca dei fatti il Giovanni XXIII era annesso al Di Venere) è stata confermata anche da una perizia disposta dal giudice.  Il Tribunale ha liquidato una somma superiore del 50% a quella contenuta nella proposta conciliativa (100mila euro) formulata dal giudice sei anni fa. La Asl Bari, rifiutando tale proposta suggerita dal giudice secondo quanto previsto dall’articolo 185 bis del codice di procedura civile, ha preferito proseguire il giudizio che ha comportato una inevitabile lievitazione di costi per le casse pubbliche.

L’articolo 185 bis del codice di procedura civile è una norma introdotta nel 2013 che assolve ad un importante compito deflattivo mirato ad evitare che tutte le controversie debbano necessariamente concludersi con sentenza e risponde all’esigenza che non si protragga un contenzioso inutile essendosi già delineate le responsabilità delle parti e la fondatezza o meno della domanda Per tale ragione, gli atti processuali (la sentenza è diventata esecutiva il 19 ottobre senza che la ASL abbia proposto appello) sono stati inviati al Ministro della Salute, alla Procura regionale della Corte dei Conti, al Presidente della Giunta Regionale, All’Assessore alla Salute cui è stato richiesto di accertare se la gestione dell’evento e l’istruttoria risarcitoria relativa al decesso della neonata sia stata effettuata nel rispetto delle raccomandazioni dettate in materia di risoluzione del contenzioso nelle aziende sanitarie, dei criteri di razionalità, congruità e prudente apprezzamento, ai quali deve ispirarsi l’azione amministrativa.

Potrebbe, infatti, essere ravvisata la sussistenza di un danno ingiusto per l’amministrazione, identificabile nel differenziale pari ad oltre 50.000 euro tra quanto la ASL è tenuta a corrispondere in ragione della soccombenza e quanto avrebbe potuto versare definendo la controversia in via bonaria aderendo alla soluzione transattiva prospettata dal Magistrato. Con l’ulteriore precisazione che pur essendo decorso oltre un mese dalla pubblicazione della sentenza di condanna, nulla, ad oggi, ha ancora versato la ASL Bari; tale inerzia determinerà inevitabilmente ulteriori costi per la collettività, oltre agli interessi che, giornalmente, maturano facendo così ulteriormente lievitare il quantum debeatur, senza contare la ulteriore frustrazione per i familiari che, pur a fronte di un quadro di responsabilità definitivamente accertato, dovranno ancora attendere, non si sa quanto, prima di vedere risarcito il danno ingiustamente subito.

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