La Puglia si conferma la regione italiana con le tariffe più alte per lo smaltimento dei rifiuti. Secondo il rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, le famiglie pugliesi pagano in media 426,50 euro all’anno, ben oltre la media nazionale di 329 euro. L’indagine ha preso come riferimento una famiglia di tre persone con una casa di 100 metri quadrati. “I costi rilevati – spiega l’associazione – includono Iva e addizionali provinciali, ove applicabili”.
Oltre al primato di spesa, la Puglia ha registrato un aumento medio del 4,1% rispetto al 2023. In parallelo, la raccolta differenziata è cresciuta del 58,6% rispetto al 2022, mentre il 24,8% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica (dati 2021). Tra i capoluoghi più costosi d’Italia figurano Andria e Brindisi, rispettivamente al sesto e settimo posto, con una spesa annua per la Tari di 471 e 466 euro, entrambe in aumento rispetto all’anno scorso. Barletta è al 14° posto con una spesa di 443 euro (+7,9%), seguita da Bari al 19° posto con 433 euro (+7,2%) e Taranto con 430 euro (+1,5%).
Lecce è il capoluogo pugliese con la Tari più bassa: 354 euro, in lieve calo dell’1%. Gli altri capoluoghi hanno invece registrato aumenti, tra cui Foggia (+3,8%, 393 euro) e Trani (+5,6%, 429 euro). In totale, aumenti della Tari sono stati rilevati in 84 capoluoghi italiani, confermando una tendenza al rialzo delle tariffe su scala nazionale.
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