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“Era già tutto previsto”: dal 1975 alle nostre attuali playlist

Una seconda giovinezza per il brano grazie a “Parthenope”

Pubblicato da: Ylenia Bisceglie | Ven, 15 Novembre 2024 - 12:32
  1. Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Era già tutto previsto” – Cocciante  

La musica è da sempre uno degli strumenti narrativi più potenti del cinema, capace di evocare emozioni, intensificare atmosfere e, spesso, diventare protagonista dell’intera pellicola.

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Negli ultimi anni, diversi registi hanno scelto di dare alla colonna sonora un ruolo centrale, e uno degli esempi più recenti di questa tendenza arriva proprio dall’ultimo capolavoro di Paolo Sorrentino: “Parthenope”. Una pellicola dedicata alla città di Napoli e alle sue contraddizioni.

La scelta musicale del regista cade su un brano del 1975 di Riccardo Cocciante “Era già tutto previsto”. Un brano che irrompe in una scena significativa in cui la protagonista perde la sua innocenza e spensieratezza e accompagna lo spettatore anche alla fine del film quasi a ridare l’idea di circolarità del tempo… come se guardando al passato, una volta diventati adulti, si sarebbe potuto prevedere ciò che sarebbe stato.

Il tono è struggente, inizialmente intimo ma poi urlato forte. Racconta la fine di un amore che sembra esser già nato con i segni di un inevitabile addio. Il protagonista sembra sospeso in una condizione di rassegnazione mista a critica, consapevole della frattura tra i suoi sentimenti e le aspettative della sua amata: “Che per te ci vuole un uomo Che ti sappia soddisfare”.

 La separazione, nonostante intuita, colpisce il protagonista nel profondo e lo lascia solo, nel vuoto, tra le cose che aveva previsto e l’unica che non era stato in grado di prevedere “Non ho saputo prevedere solo che però adesso io vorrei morire.”

Il brano “Era già tutto previsto” quindi si inserisce perfettamente nel contesto del film, diventando la colonna sonora ideale per le emozioni complesse e le incertezze dei suoi protagonisti.

Se inizialmente era un pezzo abbastanza conosciuto negli anni ’70, oggi, grazie a “Parthenope”, sta vivendo una seconda giovinezza, entrando nelle playlist di Spotify e arrivando ad una nuova generazione di ascoltatori.

In un’epoca in cui le piattaforme di streaming offrono un accesso illimitato a milioni di brani, il ritorno di una canzone come quella di Cocciante è un segno che, nonostante la continua produzione di musica più o meno di spessore, c’è un profondo legame tra generazioni diverse che continuano a riconoscere il valore di certi pezzi.

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