Il giudice per le indagini preliminari di Bari, Giuseppe Ronzino, ha disposto gli arresti domiciliari per Ignazio Gadaleta, arrestato negli scorsi giorni con l’accusa di associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta su presunti appalti truccati nella Asl di Bari. Rimane invece in carcere Nicola Minafra, imprenditore che aveva anch’egli richiesto la sostituzione della misura cautelare.
Durante l’interrogatorio di garanzia tenutosi in carcere a Trani, Gadaleta, assistito dal legale Luca Gagliardi, ha ammesso di aver versato circa 40.000 euro, in due tranche, a Giovanni Crisanti, considerato amministratore di fatto della srl Costruzioni Bioedili. L’importo, secondo quanto dichiarato, sarebbe servito per accelerare la liquidazione degli stati di avanzamento dei lavori relativi a un appalto della Asl di Bari. Crisanti, a sua volta, ha ammesso di aver pagato tangenti agli ingegneri Nicola Sansolini, Nicola Iacobellis e Concetta Sciannimanico, funzionari della Asl attualmente in carcere, agendo per conto di Gadaleta e dell’imprenditore Nicola Murgolo, già ai domiciliari. I tre funzionari, interrogati ieri, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Lunedì prossimo è previsto l’interrogatorio degli indagati posti ai domiciliari.
L’indagine della Procura di Bari coinvolge in totale 17 persone, di cui 10 sottoposte a misure cautelari e le altre indagate a piede libero. Le accuse comprendono, a vario titolo, associazione a delinquere (contestata a sei degli arrestati), corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti.
Foto repertorio