(di Rosanna Volpe) Cinque anni per mettere la parola fine ad una storia. Una storia che ha tante vittime: una minore di quattordici anni in primis che per troppo tempo è stata vittima di bullismo: offesa, derisa ed esclusa da una coetanea con la quale è cresciuta. Le vittime sono anche i suoi genitori sotto processo per aver invitato la ‘bulla’ a smetterla dopo l’ennesimo episodio. Le ennesime lacrime da asciugare. E l’ennesimo annuncio della ragazzina: “Stavolta mi tolgo la vita”. E così questi due genitori si sono recati a casa della ragazza per parlare con i suoi genitori. Hanno incontrato la minore per strada. L’hanno invitata a cambiare comportamento. Nessuna aggressione verbale, dunque, ma solo un invito (come dimostrato in aula di tribunale) a interrompere gli atti di bullismo contro la loro bambina. Quell’incontro avuto per strada, invece, è stato raccontato dalla ragazza come un episodio di violenza e aggressione verbale. A tal punto che si sarebbe fatta accompagnare dai genitori al pronto soccorso per lo spavento. Previo poi uscire con gli amici per trascorrere una serata fuori casa. Insomma da vittime a carnefici: due genitori intenzionati a fermare comportamenti ingiusti nei confronti della figlia, si sono ritrovato in un’aula di tribunale. Fino all’assoluzione perché il fatto non sussiste: nessuna violenza verbale contro la minorenne, quindi, ma solo una richiesta: “lascia in pace nostra figlia”.
“Ci sono volte in cui le vittime sono gli adulti – ha raccontato il legale della famiglia, Laura Ciavarella – due genitori, due bravissime persone per fortuna assolti dal reato di minaccia e lesioni, con formula piena, perché il fatto non costituisce reato. Procedimento partito su denuncia di una minore che poneva in atto gravi comportamenti bullizzanti nei confronti della figlia dei miei assistiti e di altre ragazze, sino al punto da indurle a tentativi di suicidio. Una riflessione sull’importanza del ruolo dei genitori nel supportare i figli adolescenti nei momenti di fragilità emotiva . Di contro ci sono genitori che si schierano a prescindere dalla parte dei loro figli giustificandone qualsiasi comportamento anche dei peggiori”. La Ciavarelli, che fa parte dell’associazione “Avvocati per minorenni Bari-Trani” ha poi aggiunto a Borderline24: “Gli episodi di bullismo crescono ancora. Spesso le segnalazioni arrivano proprio dalle scuole dove i ragazzi trascorrono buona parte della loro giornata. Io credo che sia necessario aprire un dialogo più forte con loro. Occorre che cadano i muri di omertà nelle famiglie e nelle scuole. Il bullismo è un reato e per questo va contrastato in tutti i modi e con la collaborazione di ognuno. Solo così potremo offrire ai nostri ragazzi, a quelli più fragili, realtà sicure e serene per la loro crescita”.