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A Bari servizi gratuiti ai pazienti oncologici e alle loro famiglie

Presentato a Palazzo di Città il “Progetto interregionale per la lotta al tumore, dalla prevenzione al fine vita”, ecco di cosa si tratta

Pubblicato da: redazione | Mar, 5 Novembre 2024 - 19:16

Visite gratuite e controlli completi a pazienti oncologici e alle loro famiglie. È quanto previsto dal “Progetto interregionale per la lotta al tumore, dalla prevenzione al fine vita” presentato oggi a Palazzo di Città e promosso da Fondazione ANT, in collaborazione con 12 enti del terzo settore, co-finanziato al 50% da Fondazione con il Sud e patrocinato dalla Città di Bari.

Il progetto, attivo fino ad agosto 2027, offrirà servizi gratuiti e completi ai pazienti oncologici e alle loro famiglie: supporto psicologico, visite di prevenzione oncologica, corsi e laboratori per caregiver e incontri per 700 studenti su salute e ambiente. L’assistenza psicologica verrà garantita non solo ai pazienti già assistiti da ANT ma anche a tutti coloro che ne facciano richiesta, a domicilio o nelle sedi ANT. Parallelamente, il progetto rafforzerà la prevenzione oncologica gratuita, promuovendo 175 giornate di visite per varie patologie, accessibili anche a chi affronta difficoltà economiche e prenotabili online. Partner locali, nel caso di Bari l’associazione InConTra, saranno impegnati nella sensibilizzazione, l’assistenza alla prenotazione e l’orientamento dei cittadini fragili verso i servizi sanitari regionali e nazionali.

All’incontro con la stampa, alla presenza della vicesindaca Giovanna Iacovone, sono intervenute Silvia Leoni, coordinatrice della direzione sanitaria nazionale Fondazione ANT, Alessandra Provenzano, coordinatrice dell’équipe sanitaria ANT a Bari, Manuela Benedetto, psicologa dell’équipe ANT a Bari, Michele Tataranni, presidente dell’associazione InConTra di Bari, e Giovanna Natile, direttrice di Apleti onlus. “Siamo orgogliosi di sostenere questo progetto di Fondazione ANT, un’iniziativa che rappresenta un’opportunità importante per il nostro territorio e tutte le comunità coinvolte – ha detto Giovanna Iacovone -. La lotta contro il tumore richiede non solo cure mediche di eccellenza, ma anche un supporto psicologico, sociale e umano che possa accompagnare i pazienti e le loro famiglie. Attraverso interventi concreti come la prevenzione oncologica gratuita e il supporto ai caregiver, questo progetto contribuisce alla costruzione di un modello di sanità inclusiva e solidale. Questo è un segnale di vicinanza concreta che va oltre l’emergenza e offre un percorso di assistenza e prevenzione a lungo termine. Bari è al fianco di Fondazione ANT in questo percorso, e siamo particolarmente lieti che, grazie al prezioso supporto del terzo settore, si riusciranno a offrire servizi accessibili anche alle fasce più vulnerabili della popolazione. Siamo convinti che questa iniziativa rappresenti un passo fondamentale per il nostro territorio e ci impegniamo a sostenere Fondazione ANT affinché questo progetto possa portare benefici duraturi alla nostra comunità, offrendo conforto e costruendo una rete di supporto a chi affronta il difficile percorso della malattia oncologica”.

“La Fondazione Ant dal 2004 impiega parte di fondi raccolti per offrire visite di prevenzione gratuite, integrando così i servizi già forniti dalla Asl – ha detto Silvia Leoni -. In particolare realizziamo progetti che l’Asl non fornisce, tra cui quello per il melanoma, la tiroide e il testicolo, che rappresenta purtroppo il primo tumore nei giovani sotto i vent’anni, e il progetto mammella, che si rivolge alle donne sotto i 45 anni. Questo nuovo progetto si svilupperà in tre anni con visite effettuate in ambulatori sul territorio o tramite il nostro ambulatorio mobile. In Puglia le attività si concentreranno a Bari e nei comuni di Adelfia, Valenzano, Santeramo, Acquaviva, Mola, Casamassima e Rutigliano, per un totale di 480 visite che inizieranno dal mese di marzo. L’aspetto nuovo di questo progetto è il coinvolgimento di associazioni che si occupano di persone in difficoltà socio-economiche, abbiamo infatti previsto che circa il 20 per cento delle visite sia destinato a questa fascia di popolazione più vulnerabile”.

“Ringrazio di cuore per questa opportunità offerta a tutti i nostri assistiti – ha continuato Michele Tataranni -. Incontra opera nell’ambito della povertà in diversi settori, supportando persone senza dimora e famiglie in difficoltà. Assistiamo circa 1.080 nuclei familiari oltre a 250 nuclei che provengono dalla provincia, per un totale di oltre 5.000 persone. La prevenzione è fondamentale, poiché chi vive in condizioni di povertà estrema rinuncia a due cose fondamentali: la salute e l’istruzione, pensando solo alla sopravvivenza. È quindi importante intercettare queste persone e dare loro la possibilità di curarsi e di sottoporsi a visite che, altrimenti, non farebbero mai”. “Un valore che in Ant continuo a osservare e vivere è quello della prossimità: l’essere prossimo a chi ha bisogno, a chi soffre, al malato e al nucleo familiare – ha spiegato Alessandra Provenzano -. La fondazione interviene offrendo supporto al caregiver, insegnandogli come stare accanto al malato e come gestire al meglio le sue esigenze. Considerando il progressivo invecchiamento della popolazione, avremo sempre più bisogno di caregiver: si rende necessario, quindi, riconoscere e sviluppare questo ruolo come una vera e propria professione”.

“L’obiettivo che perseguiamo con questo progetto è di intercettare i bisogni di tutti i pazienti oncologici in ogni fase della malattia – ha concluso Manuela Benedetto – rispondendo così al senso di solitudine, di isolamento sociale e della perdita anche del loro ruolo all’interno della propria famiglia. È quindi fondamentale essere presenti, vicini alle persone che si ammalano di tumore e ai loro cari per alleviare il disagio emotivo. La letteratura scientifica evidenzia come la diagnosi di tumore abbia un forte impatto sull’equilibrio psico-fisico del paziente, spesso associato a sintomi di ansia e depressione che contagiano tutto il sistema familiare. Questo progetto pone l’attenzione all’intero nucleo familiare, garantendo un supporto che potremmo definire una presa in carico globale”.

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