Continua a far discutere la questione della “mala movida” a Bari. Questa volta a intervenire è UniPuglia nella persona di Savino Montaruli che è tornato sul tema prendendo nuovamente posizione in merito alla stretta sugli orari di chiusura dei pubblici esercizi, ma non solo. “Questo clima di caccia alle streghe – ha dichiarato Montaruli – sta davvero devastando non solo l’immagine degli esercenti, ingiustamente tirati in ballo per quello che accade fuori dai locali, per le strade, ma anche quella della stessa città. Come avevamo previsto sin dal primo momento di questa azione di distrazione di massa, puntare il dito contro l’Umbertino avrebbe causato semplicemente il trasferimento della problematica in altri luoghi e questo sta accadendo. Quella previsione si sta avverando ed ognuno si sente in diritto di criminalizzare la categoria attribuendo ai pubblici esercenti tutte le responsabilità derivanti da una frequentazione massiccia di quelle aree pubbliche da parte degli avventori nelle ore serali e notturne; cosa che avviene in tutte le città d’arte ed a vocazione turistica. Il calo delle vendite, quindi degli incassi e della capacità di fare impresa mantenendo gli attuali livelli occupazionali, sarà un serio problema, se non la si smette di persistere in queste azioni vessatorie e punitive. Quelle ordinanze le stiamo attentamente valutando e la stessa cosa sta facendo il nostro Ufficio Legale, ai cui professionisti già si sono rivolti anche alcuni ristoratori stanchi di questa campagna denigratoria”, evidenzia.
“Sono investimenti – prosegue infine – che abbiamo fatto per contribuire a far crescere la città di Bari ed oggi ci aspettiamo solamente di essere ringraziati per l’impegno economico e professionale al servizio della comunità e del turismo. Non possiamo tollerare altre penalizzazioni e pregiudizi. Siamo i primi a chiedere sicurezza, pulizia, rispetto delle regole e noi che le regole le rispettiamo non ci stiamo a dover subire ancora” – questo il pensiero di chi opera sul campo e che non ci sta a vedersi continuamente puntare il dito contro”, ha concluso.
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