Due poltrone letto sono state donate al Policlinico di Bari. Obiettivo: migliorare il comfort dei caregiver durante i lunghi periodi di ricovero in terapia intensiva, in un reparto di rianimazione sempre più aperto all’assistenza dei familiari. L’iniziativa, promossa da Anita Pallara attraverso l’associazione Famiglie Sma, di cui è presidente, è stata presentata oggi presso la biblioteca del padiglione di Rianimazione Brienza. La raccolta fondi necessaria è stata organizzata il 19 maggio scorso al teatro AncheCinema di Bari, durante l’evento musicale e di beneficenza “Citte citte a fa la iose”, promosso dall’associazione artistico-culturale Icarus, con l’artista Tony Quadrello e il presidente dell’associazione Aps Marcobaleno, Francesco Partipilo.
“Già oggi, una delle poltrone donate è in uso da parte della madre di una bambina ricoverata” – ha spiegato il direttore generale del Policlinico, Antonio Sanguedolce, nel suo intervento. Ringraziamo l’impegno di Anita Pallara, dell’Associazione Famiglie Sma e delle altre associazioni per questa donazione. Le rianimazioni, contrariamente a quanto si pensava tempo fa, possono essere luoghi aperti e accessibili ai familiari dei pazienti. La presenza del caregiver è parte integrante del processo di cura e, qui al Policlinico di Bari, è già possibile la permanenza di un familiare durante la giornata e, in casi particolari, anche di notte. La rianimazione del prof. Grasso, in particolare, è un riferimento per il ricovero di pazienti con fragilità specifiche come quelle neuromuscolari, grazie a un percorso di presa in carico dedicato e al personale qualificato per questi interventi”, ha concluso.
Parole a cui fanno eco quelle di Anita Pallara, presidente dell’associazione Famiglie Sma. “Sappiamo come nel processo di cura avere accanto le persone care è fondamentale – ha dichiarato – in quest’ottica abbiamo donato queste poltrone al Policlinico di Bari proprio per garantire ai caregiver e ai familiari, in circostanze particolarmente gravi, di stare comodamente accanto ai pazienti ricoverati in terapia intensiva. Questo contributo arriva dopo una mia esperienza personale, dalla nostra rarità cerchiamo sempre di portare un cambiamento positivo utile anche ad altri”, ha concluso.
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